Alla festa, organizzata dai familiari per celebrare il secolo di vita, con la partecipazione delle special guest, le storiche amiche barberinesi e tavarnelline, colleghe del ricamo giunte alla soglia dei novant’anni, i piccoli preziosi manufatti da indossare innescano emozioni, mettono in moto la giostra dei ricordi, passano di mano in mano sotto lo sguardo curioso e fiero dei parenti e degli amici. Sono il simbolo e l'orgoglio che uniscono epoche, generazioni, persone. Gli orecchini, realizzati nel presente, sono nati dall'incontro tra l'abilità artigianale della nonna centenaria e il guizzo stilistico della nipote Silvia Fedi che, a poco più di trent'anni, si diletta nella creazione dei disegni, dai quali ricavare il Punto Tavarnelle, che mirano ad innovare, sperimentare, declinare l'arte della tradizione locale in nuove versioni che valorizzino e permettano di portare avanti la cultura del fatto a mano.
“Il pizzo rappresenta le radici della nostra famiglia, dichiara Tosca - ero felice allora quando il lavoro era richiesto, apprezzato e fece scalpore nel mondo dell'haute couture degli anni Cinquanta Sessanta, sono felice adesso perché il Punto Tavarnelle mi tiene vicina e legata a mia nipote che di fatto sta dando un futuro a questa nostra passione”. Tosca, nata il 4 agosto 1924, ha colto l'occasione per raccontare la sua vita, fatta di lavoro, amore per la famiglia e passione per il Punto Tavarnelle, al sindaco David Baroncelli che si è recato alla festa per rendere omaggio all'importante traguardo della concittadina. La nonna ha lavorato sin dalla maggiore età con il suo talento, richiesto e commissionato dalle case di moda e dai negozi di abbigliamento di area fiorentina. “Ho sempre vissuto di questo lavoro - racconta - erano tanti i negozi che mi chiedevano di produrre manufatti di ogni genere, lenzuola, tovaglie, centrotavola, tende, tomaie per le scarpe, indumenti per bebè, articoli per la casa ed ho continuato a ricamare fino ad oggi, il Punto Tavarnelle è stato il compagno di una vita, un alleato perfetto contro la noia e la solitudine, mi auguro che questo percorso che si è poi trasformato in un'esperienza artigianale senza età possa vivere nel tempo attraverso nuove rivisitazioni e idee giovani, mia nipote mi sta dando già grandi soddisfazioni...”.
“Tosca è lo specchio di un'era e di una cultura rurale che ha saputo rimboccarsi le maniche dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale - ha commentato il sindaco David Baroncelli - è il riflesso di una generazione, quella femminile, che nel dopoguerra ha mostrato grandi capacità di resilienza e grazie anche a questa attività che dai banchi di scuola è passata ad offrire importanti opportunità occupazionali, ha riscattato la propria autonomia realizzando anche un sogno nelle gravi difficoltà postbelliche che sulla miseria faceva prevalere la voglia di ricostruzione: ritagliarsi uno spazio professionale in cui esprimere il valore del lavoro come strumento di emancipazione, volano di libertà, fatto con passione, dignità, non solo per assecondare un bisogno primario". Tosca ha festeggiato con tanti parenti e amici, circondata dall'affetto dei due nipoti e della bisnipote.