Per accedere al pronto soccorso o per essere ricoverati in strutture sanitarie, solo i pazienti che presentano sintomi compatibili con il Covid-19 dovranno sottoporsi a test per diagnosticare l’eventuale infezione da Sars-Cov-2. Ugualmente dovrà fare chi dichiara di aver avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid-19 negli ultimi cinque giorni o chi, pur asintomatico, si deve ricoverare o trasferire in ambienti assistenziali ad alto rischio, come possono essere ad esempio i reparti dove sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette o Rsa.
La Regione Toscana lo ribadisce in una nota inviata a tutte le Asl ed aziende ospedaliere per una corretta ed omogenea applicazione della circolare del Ministero della salute pubblicata l’8 settembre.
I pazienti dunque che non presentano sintomi compatibili con il Covid-19 e non sono destinati a reparti a rischio non dovranno sottoporsi a controlli.
Riguardo gli ospiti che devono accedere a strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie in cui siano presenti persone fragili a rischio, la Regione precisa che è facoltà del direttore sanitario o del clinico che ne ravvisi la necessità definire ulteriori indicazioni per l’effettuazione di test e misure di prevenzione e protezione aggiuntive.
Visitatori ed accompagnatori che presentano sintomi compatibili con il Covid-19, come specificato anche dal Ministero, devono evitare di accedere alle strutture e le stesse precauzioni devono adottare gli operatori che svolgono la loro attività in ambienti assistenziali dove sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili.
Rimane l’obbligo di indossare la mascherina per i lavoratori, utenti e visitatori all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative e le strutture residenziali per gli anziani, anche non autosufficienti.
La Regione propone di valutare l’opportunità di mantenere l’obbligo di mascherina per i lavoratori negli ambienti più esposti a rischio di contagio e già indicati nel documento di valutazione dei rischi.