Antonio Belsole, membro del Comitato direttivo di Avedisco e socio fondatore di Pef S.p.A., azienda che nasce in Toscana, ma che oggi opera nell'ambito della riqualificazione energetica su tutto il territorio italiano, analizza il recente e “scellerato” decreto n. 39/2024 per portare all'attenzione del Governo il grave scenario che si sta profilando in tutto il settore di riferimento.
“Dopo tre lunghi anni di interventi e modifiche legislative che hanno di volta in volta sconvolto l'assetto del Superbonus 110%, l'Esecutivo è da ultimo intervenuto con una operante, nuova modifica peggiorativa delle già precarie condizioni di lavorazione e chiusura delle pratiche di efficientamento energetico.
A pochi giorni dal termine fissato dall'Agenzia delle Entrate al 4 Aprile 2024 per le comunicazioni delle opzioni alternative (cessione del credito o sconto in fattura) in riferimento ai bonus edilizi per le spese sostenute nel 2023 o le rate residue non ancora utilizzate, il novello decreto 34/2024 ha eliminato la possibilità della remissione in bonis, rendendo definitiva detta scadenza per inoltrare i dati completi all'Agenzia delle Entrate senza più alcun margine di errore. Ciò ha costretto professionisti e aziende coinvolte a dover necessariamente asseverare in pochissimo tempo quante più pratiche possibili, per poter poi comunicare per tempo la scelta dell'opzione.
Come se ciò non bastasse, il decreto in parola è stato emanato a ridosso delle festività pasquali, contraendo ulteriormente il tempo a disposizione per il completamento delle pratiche e costringendo gli addetti del settore a operare in condizioni frenetiche e a rischio di errori divenuti per decreto irreparabili.
Data l'esiguità del tempo residuo, è risultato ancor più grave che il portale ENEA, dedicato alla trasmissione delle pratiche da asseverare necessariamente (e di corsa!) per avere accesso ai bonus edilizi, sia entrato “in manutenzione” per un lungo lasso di tempo, risultando bloccato nei giorni 29 e 30 Marzo u.s., a dispetto ulteriore di quanti già si erano ritrovati a dover lavorare in una situazione di oggettiva difficoltà.
All'alba dello spirare del termine di questo 4 Aprile il danno economico generato dal decreto, dalle sue tempistiche e dai problemi al portale ENEA è ingente: solo per la nostra azienda parliamo di 300 cantieri, divenuti oggi carta straccia e del conseguente danno economico di circa 10 milioni di euro.
Danno che non coinvolge solo le aziende come la nostra, che occupa centinaia di persone tra dipendenti e incaricati alla vendita, ma anche tutte le loro famiglie e tutti quei cittadini volenterosi che si erano in buona fede affidati allo Stato per la riqualificazione energetica delle proprie abitazioni, impiegando anche i propri risparmi e le proprie risorse. Nel tentativo di provare a salvare gli impianti di tutti coloro che per l'esiguità dei termini concessi sono rimasti fuori dalla scure del 4 Aprile, chiedo che il Governo voglia riconsiderare le proprie scelte e concedere almeno una proroga di qualche giorno per consentire quanto meno di recuperare il tempo perso a causa del malfunzionamento e blocco del portale ENEA, oltre che i giorni delle festività pasquali.
Auspico che la mia richiesta - che ritengo essere condivisa dagli altri imprenditori come me e da tutti quei cittadini cui spero di dare voce - possa essere sostenuta anche dalle Amministrazioni locali di tutto il territorio e che venga presa in seria considerazione e accolta nel più breve tempo possibile dal Governo, per consentirci di rialzarci tutti e non dover rimanere in ginocchio”.