Sulle tracce della leggenda che avvolge ''La scala della Pia'' della Pinacoteca nazionale di Siena

Sulle tracce della leggenda che avvolge ''La scala della Pia'' della Pinacoteca nazionale di Siena
scala della pia
Alla scoperta dei misteri che avvolgono la figura della Pia, donna al quale Dante Alighieri ha dedicato versi nella sua brillante opera

Percorrendo le sale della Pinacoteca Nazionale di Siena, dimora di capolavori della scuola d’arte senese, ci si imbatte giungendo al secondo piano in un ambiente recondito che conserva gelosamente la cosiddetta “Scala della Pia”.

L’affascinante scala elicoidale di Palazzo Brigidi, sede della Pinacoteca, conserva tra i suoi gradini leggende diramate nel tempo riguardanti proprio la donna a cui la scala fa riferimento, la stessa Pia a cui Dante, nella sua brillante Divina Commedia, dedica alcuni versi.

Per comprenderne il collegamento bisogna fare qualche passo indietro. La Pinacoteca che si affaccia su via San Pietro trae origine da due palazzi: palazzo Buonsignori la cui facciata richiama la medievalità di palazzo Pubblico e palazzo Brigidi, identificato come residenza della nobile famiglia Pannochieschi, di cui faceva parte Nello de’ Pannocchieschi, consorte della Pia dantesca, della famiglia dei Tolomei di Siena. 

Nello d’Inghiramo Pannocchieschi non viene espressamente citato da Dante nella sua celebre opera ma a lui fanno riferimento più narrazioni che lo ritraggono come il marito e l’uccisore dell’enigmatica Pia, a cui il sommo poeta dedicherà due terzine che contribuiranno a rendere velati i contorni della tragica storia che riguarda la donna. 

Il passo del Canto V del Purgatorio (versi 130-136) recita: “Deh, quando tu sarai tornato al mondo e riposato de la lunga via, seguitò ‘l terzo spirito al secondo, ricorditi di me, che son la Pia; Siena mifé, disfecemmi Maremma: salsi colui che ‘nnanellata pria disposando m’avea con la sua gemma”. 

L’attribuzione è racchiusa in questi versi nei quali la donna narra gentilmente a Dante il luogo in cui nacque, Siena, e quello in cui fu uccisa, la Maremma, alludendo al suo assassino, il marito. Ed è intorno a questi versi e alla tradizione che inquadra la Pia come una Tolomei che iniziano a generarsi leggende, tra le quali proprio quella che riguarda la “Scala della Pia”, scaturita, si presuppone, dall’identificazione di palazzo Brigidi con l’antico palazzo Pannocchieschi. La posizione della stessa, che collega il palazzo dalla cantina alla soffitta, ha offerto uno spunto relativo al luogo nel quale la donna abbia trascorso i giorni da rinchiusa. Conoscendo la leggenda che anima e avvolge la vita della Pia ci si ritroverà immersi in un contesto nel quale l’immaginazione supererà la realtà. 

La Scala è visibile dall’affaccio del secondo piano della Pinacoteca Nazionale di Siena ma per questione di sicurezza non è percorribile. Si ricorda che ogni prima domenica del mese, si rinnova l’appuntamento che consente l’ingresso gratuito nei musei e nei parchi archeologici statali.

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