Situazione carcere San Gimignano, il Segretario Generale Aggiunto: ''Non si può far finta di nulla''

Situazione carcere San Gimignano, il Segretario Generale Aggiunto: ''Non si può far finta di nulla''
carcere san gimignano
L'intervento del Segretario Generale Aggiunto Domenico Pelliccia sulla situazione in cui versa la casa di reclusione di San Gimignano

“Afferma spesso il nostro Segretario Generale Giuseppe Di Carlo che “nihil difficile volenti” ciò che liberamente tradotto suonerebbe come “nulla risulta difficile a colui che vuole” inizia così il comunicato scritto dal Segretario Generale Aggiunto Domenico Pelliccia. 

“Oggi, nella mia qualità di Segretario Generale Aggiunto di questa O.S., mi corre l’obbligo morale di scrivere questo comunicato sulla tragica situazione che vive il carcere di San Gimignano, anche per la disillusione che i Colleghi della Polizia Penitenziaria vivono da anni di continue vessazioni e maltrattamenti. Forse un primo segnale di attenzione può essere considerato  quello  del cambio del cosiddetto “Garante nazionale dei detenuti”? (In  realtà  la  dicitura  è molto più estesa e complessa, come in uso normalmente in Italia)”.

“L’esecuzione penale in carcere vive da lungo tempo sotto il giogo di una palese inefficienza e scarsa capacità gestionale, compressa oltre tutto da un reato – quello di “tortura” – che è possibile cucire addosso ad ogni singolo evento che si realizzi all’interno (ed all’esterno) delle mura penitenziarie. La tutela amministrativa e giuridica è sostanzialmente inesistente, inoltre le richieste che da diversi anni questa O.S. avanza, per l’utilizzo della “telecamere indossabili” - bodycam – trovano sempre risposte evasive o di circostanza, come quelle relative al tanto atteso nulla osta del “Garante della privacy” (anche qui la dicitura ufficiale è ovviamente diversa e più estesa)”. 

“E’ bene ricordare - continua -  tuttavia, a coloro che leggono il presente comunicato, che moltissimi Colleghi della Polizia Penitenziaria sono stati sottoposti a procedimenti giudiziari in forza di immagini di telecamere fisse già esistenti e dove, magari in realtà, si vedeva poco o nulla di veramente utilizzabile ai fini di un’accusa così devastante come quella del “reato  di  tortura”  (anche  qui  si  abbrevia  per comodità)”. 

“Vogliamo capire veramente cosa succede? Se lo  si  vuole  comprendere davvero, aiuteremo i lettori riportando quanto scritto da un nostro Dirigente sindacale del penitenziario di cui stiamo parlando, così  da  poter  trasmettere  la realtà che, a causa anche dell’informazione di massa distorta, non riporta mai compiutamente il grave stato di abbandono che vivono i Poliziotti  Penitenziari, perché forse non fa notizia (o non serve alla causa …) che si riporti l’aggressione violenta subita da un Collega, meglio pubblicare le notizie dove i detenuti sono “torturati” perché magari un  Poliziotto  ha  usato  parole  che  hanno  provocato “grave turbamento” nella psiche dell’eventuale ristretto”. 

Prosegue: "Ecco, continuiamo ad osservare il dito, mentre la luna attraversa ogni mese le sue quattro fasi e non ci accorgiamo della  grave situazione che, come  scritto ieri, è ormai da “stato d’emergenza”, ma leggiamo cosa scrive il nostro Dirigente - Fabio Strianese che per inciso insieme ad altri Colleghi è tuttora sospeso dal servizio pur in assenza di condanne definitive - Poliziotti che devono pensare se mettere il primo a tavola o il secondo, perché da tempo immemore a stipendio ridotto per aver servito lo Stato: 

“Ieri c’è stata una brutale aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un Poliziotto Penitenziario nel carcere di San Gimignano, con tentativo di strangolamento. L’intervento del personale di Polizia Penitenziaria e di altri detenuti, ha scongiurato il peggio. Pretendiamo indagini esemplari, per i numerosi ritrovamenti di droga e telefoni cellulari nella disponibilità dei detenuti classificati in alta sicurezza".

“Pretendiamo la costituzione di parte civile da parte del Ministero della Giustizia nei confronti dei detenuti autori di reati in carcere e, sarebbe auspicabile, la costituzione di parte civile del Garante nazionale dei detenuti e di quelli regionali (rispetto alla propria regione di appartenenza, mentre da tempo sosteniamo che i cd. Garanti locali – quelli dei comuni – ne deve essere vietata l’esistenza per legge dello Stato, poiché come dimostrano i fatti, i Garanti locali sono spesso e volentieri veicoli di informazioni ed altro”.

Ed ancora: "Pretendiamo l’immediato trasferimento dei detenuti che si rendono protagonisti di gravi reati in carcere, con l’invio in Istituti di regioni distanti dal proprio ambiente criminale nel quale insistono. Pretendiamo di ritrovare la dignità, il decoro, il rispetto delle nostre funzioni e, soprattutto, la possibilità di sperare di tornare alle nostre case,  al termine del servizio, ancora integri fisicamente e psicologicamente”.

"Di fronte a questo accorato appello rivolto alla Segreteria Generale da un nostro Dirigente - aggiunge il Segretario Generale Aggiunto - non si può far finta di nulla, perché è l’ennesimo avviso, l’ennesima richiesta di aiuto, di intervento, di attenzione che, seppur evidente in questo Governo, manca ancora tuttavia della parte realizzativa vera e propria, mentre i Colleghi in attesa di giudizio e ancora sospesi,  continuano a fare  i conti se mettere un piatto di pasta o una porzione di carne nelle proprie tavole, colpevoli del reato di “essere al servizio dello Stato”.

“Desidero concludere con una frase di Eduardo De Filippo “adda passà ‘a nuttata”, noi faremo passare la nottata, anche le altre nottate, anche settimane  e mesi, ma non più oltre perché poi non faremo  più  passare  inosservati questi accorati appelli in quanto disposti – noi del CNPP - anche a rivolgersi alla Corte Europea di Strasburgo, ad andare dinanzi a quel Palazzo di Giustizia e protestare fermamente per le condizioni non dignitose ed insicure di lavoro”. 

Infine, si legge: “E’ chiaro che questa situazione è il frutto di anni di mancati interventi da parte dei Governi precedenti e dell’Amministrazione, è altrettanto chiaro  che siamo in grado di vedere la volontà riformatrice ed organizzatrice dell’attuale Governo, ma è arrivato il momento di agire  senza  più  giustificazioni,  in  questo  senso il Sottosegretario con delega alla Polizia Penitenziaria, On. Del Mastro Delle Vedove, avrà il nostro massimo sostegno. Per il momento che il nostro Santo protettore ci assista e ci protegga”. 

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