Siena, operazione 'Ghost Job' contro l'immigrazione clandestina: 3 arresti e 14 perquisizioni

Il procuratore Marini: “Un lavoro encomiabile che ha portato ad un risultato significativo, continueremo nell'investigazione"

“Un grande divario tra ciò che era e ciò che sembrava”, così il Procuratore Nicola Marini ha definito l’operazione “Ghost Job” della Guarda di Finanza, che ha portato allo smantellamento di una complessa attività criminale di portata internazionale che collocava illecitamente sul territorio senese un numero cospicuo di immigrati.

L’attività coordinata dal Procuratore Marini e dal Sostituto Siro de Flammineis ha svelato un vero e proprio hub dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina composto da sette persone, di cui cinque sodali e due collaboratori esterni. Il gruppo in questione, tramite una società operante nel settore dell’assistenza alla persona collocava illecitamente badanti su tutto il territorio.

L’associazione, ha illustrato il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Siena Giuseppe Antonio Marra, era composta da un ‘dominus’ italiano che gestiva le relazioni con stranieri, la compagna del dominus che si occupava della contabilità, un collaboratore assai vicino al dominus che ovviamente lo sostituiva in casi di assenza, un ulteriore collaboratore che curava il piazzamento dei soggetti sul territorio e infine un’altra donna che si occupava di traghettare le badanti reali, spesso in nero, dalla vicina città di Empoli nel senese.

Il principio dell’attività, avviata nel 2021, origina da alcuni approfondimenti riguardanti il territorio della Valdichiana senese su input informativi del Comando Provinciale di Siena verso soggetti che caratterizzati da determinati indici di pericolosità o con precedenti. Da queste prime indagini è emerso un quadro complesso che ha interessato, nel 2021, una società di Chianciano Terme rivelando una malversazione di finanziamenti e un ingente numero di lavoratori dipendenti non commisurato alla struttura organizzativa. “L’ipotesi che poi è stata suffragata dal risultato investigativo - ha spiegato in conferenza il Procuratore Marini - ha portato allo scoperto un meccanismo attraverso il quale si permetteva l’immigrazione clandestina violando la 286/98, legge sull’immigrazione”.

“Dalle successive investigazioni fatte su riscontri in relazione a persone, buste paga, persone assunte, ci siamo resi conto che questa società era nient’altro che il filtro attraverso il quale legalizzare situazioni che tali non potevano essere. Bisognava pagare per ottenere questo risultato. A seconda del servizio che veniva richiesto si passava da 50 a 4000 euro per persona. Il rapporto che più ci preoccupava era quello relativo a colui che era il deus ex machina del meccanismo che aveva rapporti continui con la Tunisia, presso il quale aveva aperto anche un conto corrente, e presso la quale, si era capito, intendeva trovare nuova residenza”. 

Il rischio che il promotore dell’associazione potesse recarsi in Tunisia per non fare più ritorno in Italia ha fatto scattare l’intervento dell’autorità giudiziaria e delle Fiamme Gialle comportando nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Mantova, L’Aquila e Viterbo 3 arresti (il promotore e i suoi più vicini collaboratori) il sequestro della società utilizzata dai sodali e 14 perquisizioni eseguite, una presso uno studio professionale.

L’esito dell’indagine è stato possibile grazie ad intercettazioni telefoniche e telematiche, accertamenti bancari, riscontri presso varie Questure italiane, pedinamenti e acquisizioni video riguardanti la posizione delle singole persone e, soprattutto grazie all’impiego di 100 uomini del Corpo militare. Inoltre, durante l’attività è stato denunciato un extracomunitario irregolare ed una badante per il possesso e l’uso di una falsa carta di identità.

In merito alle evidenze dell’indagine Marini ha dichiarato che “In totale nella nostra verifica a partire dal dicembre 2022 il numero di badanti assunti arriva a 347, dei quali però soltanto 58 erano impiegati realmente in attività lavorativa” mentre in merito alla condotta dell’operazione e all’esito della stessa il Sostituto Siro de Flammineis ha aggiunto: “Interessava documentare il tema dell’esistenza nel nostro territorio, di soggetti e società che offrono servizi, un servizio di regolarizzazione nel territorio italiano e che passa attraverso condotte criminali”.

“Data la quantità di soggetti extracomunitari che entrano nel nostro territorio, è importante capire che accanto a questo flusso c’è un apparato organizzato che offre servizi per cercare di regolarizzare in qualche modo la loro posizione sul territorio, in maniera regolare o in maniera irregolare come è stato accertato in questa indagine” - spiega de Flammineis - questo comporta da un alto dei guadagni che sono illegittimi, fanno parte di tariffari che questa organizzazione offriva agli extracomunitari per la loro fittizia regolarizzazione, ma poi c’è un dato molto importante, la perdita del controllo da parte dello Stato di questi soggetti.

“Tutta questa attività illegale comportava il fatto che non si passava da un controllo efficace ed efficiente degli organismi di Stato di questi soggetti perché la documentazione che veniva presentata dagli uffici pubblici era documentazione fittizia. L’effetto a cascata delle condotte illeciti poste in essere sulla base degli accertamenti svolti è la perdita di controllo e di verifica da parte degli uffici pubblici, da parte dello Stato su una quantità ampissima di soggetti irregolari sul nostro territorio” ha poi concluso il Sostituto de Flammineis.

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