Sono partite questa mattina in via Camollia le operazioni di scavo completo della sepoltura da parte degli archeologi specializzati. L’area circoscritta ai lavori di rifacimento della tubatura per gli scavi dell’Enel, nella giornata di ieri 21 marzo, ha portato alla luce nei pressi della Chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio lo scheletro appartenente, si ipotizza per la forma del bacino, ad una persona femminile.
L’archeologa della Soprintendenza Maria Gabriella Carpentiero, presente questa mattina al cantiere, in merito al rinvenimento ha spiegato che: “Al momento lo scheletro non ha materiale in associazione, quindi, è difficile datare la sepoltura però è stato rinvenuto uno spillone in bronzo all’altezza delle gambe quindi pensiamo potesse chiudere il sudario che avvolgeva la sepoltura”.
Il lavoro attuale consisterà nella documentazione, “quindi gli specialisti presenti sul posto proseguiranno attraverso documentazioni di fotogrammetria, una tecnica molto recente e digitale per documentare la tomba e riportare in posizione perfettamente georeferenziata le ossa”, ha spiegato l’Archeologa. I passi successivi alla rimozione della sepoltura interesseranno, quindi, le ossa che, opportunamente riposte in alcune cassette, verranno trasferite all’interno dei magazzini della Soprintendenza per studiarle. In seguito, si proseguirà rimuovendo le parti anatomiche conservate all’interno di contenitori separati, registrando se le ossa sono ancora in connessione o se hanno subito delle fratture deposizionali o post-deposizionali.
La sepoltura femminile, spiega la Dottoressa Carpentiero, “è stata rivenuta proprio grazie alla presenza degli archeologi che seguono i lavori in assistenza” – ha poi aggiunto “Fortunatamente, grazie alla normativa recente, quindi al codice degli appalti, tutti i lavori pubblici in zone ad alto potenziale archeologico vengono seguiti dagli archeologi e questo ci permette di recuperare delle informazioni che altrimenti andrebbero perse o che in passato non erano state acquisite. A noi della Soprintendenza preme sottolineare che è davvero importante che ci siano gli archeologi presenti durante i cantieri”.
Al momento i lavori di scavo non proseguiranno ma proseguiranno i lavori di risistemazione dell’area e per quanto riguarda il destino dello scheletro rinvenuto l’archeologa ha precisato che “In futuro incaricheremo un antropologo fisico che analizzerà le ossa, studierà le patologie legate all’inumato e alla sepoltura e vedremo se possiamo anche identificare le malattie che ne hanno causato la morte. Sappiamo che la sepoltura era una sepoltura molto povera e probabilmente erano contenuta in un sudario come ci testimonia il ritrovamento dello spillone che chiudeva la stoffa del sudario stesso”.
In merito alla conservazione della sepoltura la dottoressa Carpentiero ha precisato che “è abbastanza accidentale perché, come mi facevano notare gli archeologi presenti, sullo scavo è stata intaccata più volte da altri scavi per le tubazioni. Ad esempio, le ossa dei piedi non sono rinvenute proprio perché asportate durante i lavori dei sotto servizi. È un caso fortuito che si sia conservato - ha poi concluso - Siena è una città che ha una lunghissima storia, quindi, è abbastanza facile che vengano fatti dei rinvenimenti nei pressi di una Chiesa”.