La Toscana ancora una volta ai vertici nazionali per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza in sanità, ovvero per la qualità dei servizi offerti e considerati nel loro complesso, dall’attività di prevenzione all’assistenza territoriale e quella negli ospedali. Lo è anche nel secondo anno di Covid-19.
La pagella è del Ministero della salute, che ha pubblicato i risultati dei Lea e certifica per il 2021, una anno ancora compromesso dalla vicenda pandemica, che la Toscana è seconda in Italia solo all’Emilia Romagna, con un punteggio di 274,64 sul massimo teorico che è 300. E’ lo stesso posizionamento pubblicato sempre dal Ministero lo scorso febbraio e che riguardava il 2020: stavolta la Toscana ha però tredici punti in più, con un trend dunque di ulteriore miglioramento, a conferma della prova positiva del sistema sanitario. La Toscana è anche l’unica regione nel 2021, insieme di nuovo all’Emilia Romagna, ad aver superato per ogni indicatore la soglia minima prevista per ottenere la sufficienza.
Con il 2020 è stato tenuto a battesimo un nuovo sistema di misurazione delle cure essenziali erogate: per la promozione è necessario ora raggiungere distintamente la sufficienza nelle tre aree di assistenza (ospedale, distretto, prevenzione), senza possibilità di compensazioni tra livelli come era in passato. Ma c’è di più: il nuovo sistema contempla un set di indicatori distinti per livello di assistenza, tiene conto, oltre che del posizionamento del singolo indicatore, del trend degli ultimi cinque anni e, per alcune aree, della variabilità interegionale con penalità e premialità in base all’andamento degli indicatori stessi. Si tratta di un sistema molto più sfidante.
“Siamo dunque ulteriormente soddisfatti per l’ottimo risultato raggiunto, in un anno peraltro complesso, segnato dalla vicenda pandemica, come il 2021 – commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – Quella sui Lea è la più importante valutazione sul funzionamento dei sistemi sanitari nel nostro Paese e il dato attesta la qualità dei servizi e delle cure della nostra regione, frutto anche dell’impegno straordinario delle donne e degli uomini del servizio sanitario. A loro ancora una volta va il nostro ringraziamento.”
“Questo risultato – continua l’assessore – deve naturalmente essere anche uno stimolo ad andare avanti e a continuare il lavoro di confronto con tutti gli attori del sistema sanitario per contribuire a migliorarlo. Pur avendo una ‘pagella’ buona, siamo infatti consapevoli delle difficoltà e degli elementi di disagio e di insoddisfazione che la cittadinanza talvolta manifesta rispetto non tanto la qualità delle cure quanto la difficoltà nell’accesso ai servizi, dalle liste di attesa al pronto soccorso o i Cup, e che dobbiamo naturalmente tenere nella giusta considerazioni per migliorare l’offerta”.
“Ciò non toglie – conclude Giani – che il sistema sanitario italiano e l’organizzazione di quello toscano ha molto da insegnare ad altri, con la centralità del sistema pubblico”.
Nel dettaglio i risultati 2021
Solo Toscana ed Emilia Romagna, in tutta Italia, raggiungono la soglia minima per ottenere la sufficienza.
Per la prevenzione collettiva e sanità pubblica si evidenzia un miglioramento rispetto al 2020 con punteggio finale pari a 91,3 ( +3,24 punti rispetto all’anno precedente): la Toscana ottiene il massimo del punteggio per la copertura vaccinale dei bambini entro i 24 mesi, ma anche punteggi elevati rispetto alla proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello (97,73).
Sull’assistenza distrettuale, ovvero sul territorio, raccoglie 95,02 punti (+2,08), con il massimo punteggio su quasi tutti gli indicatori. Appena sotto i 100, ma comunque significativo, è il dato relativo alle quote di prestazioni erogate entro i tempi massimi di attesa (96,51). Il punteggio più basso, seppur abbondantemente sopra la soglia della sufficienza (72,01 su 100), riguarda le cure palliative. Al riguardo la Regione ha comunque già programmato azioni importanti sia per raggiungere gli standard previsti sui posti letto negli hospice sia per incrementare l’assistenza domiciliare ai malati terminali: nel Piano Adi, adottato di recente, sono previsti specifici obiettivi per migliorare gli interventi di cura presso il domicilio della persona, anche mediante l’utilizzo delle risorse specificamente dedicate all’assistenza territoriale.
Cresce anche il punteggio dell’assistenza ospedaliera, con un risultato finale di 88,07 (+8,07), con picchi importanti sugli indicatori relativi sull’appropriatezza del ricovero (100) e sulla quantità di interventi al tumore maligno della mammella (94,66).