La musica per esprimere la vita. Mentre i pensieri plasmano melodie, le riflessioni tratteggiano quei dettagli della quotidianità che passano inosservati. Gli accordi divengono i respiri dell'anima.
Samuele Secchiano, cantautore casolese, classe 1999, ad ogni nota traccia una mappa del suo mondo interiore, invitandoci a seguirlo in un viaggio alla scoperta di sé. Musica quindi come linguaggio delle emozioni, voce dell'indicibile. Allora “quando il mondo sembra il circo della follia, la calma che mantieni è la più bella acrobazia”, ancora: “ho respirato così tanti silenzi che la tua voce è diventata il mio profumo” (da L'immenso in miniatura”): nel male del vivere quotidiano, le emozioni contrastanti si sovrappongono alle vibrazioni interiori creando suggestivi paesaggi onirici.
Samuele Secchiano non si limita a fare musica, la vive. Le sue canzoni sono un invito a riflettere sulle proprie esperienze e a trovare un senso nel caos della vita. Attraverso le sue note, ci ricorda che ognuno di noi è un universo a sé, con i suoi talenti e le sue contraddizioni. Ascoltare la sua musica è come intraprendere un viaggio interiore alla scoperta di un mondo fatto di emozioni e ironia.
Le canzoni di Samuele sono un viaggio introspettivo nel suo animo, un labirinto di emozioni e pensieri intricati che riflettono la complessità dell'esistenza.
Samuele, cosa provi quando componi?
È difficile dire esattamente cosa provo, ma posso dirti come mi sento prima. In generale, a parte la musica, mi capita di non capire cosa sto provando a causa della sovrapposizione di più emozioni contrastanti tra loro, il che mi manda in confusione. Quando queste emozioni si accavallano, utilizzo lo stesso schema che mi confonde per capire cosa sto sentendo: sovrappongo suoni e note finché non riesco a ricreare esattamente l'emozione che sto vivendo. In questo modo, riesco a dare un senso a ciò che sto vivendo in quel preciso momento.
I testi delle tue canzoni sono ricchi di un linguaggio simbolico: ci sono metafore, analogie, chiasmi, inversioni, allitterazioni. Ad esempio il refrain rap di Immobile: “l’affetto ha fulminato le lampade suoi difetti, siamo detenuti ciechi in un carcere di specchi” (da Immobile), cosa vuoi esprimere?
Attraverso i miei simbolismi, desidero offrire una prospettiva completamente nuova sull’argomento trattato, una visione che non si limiti a descrivere la realtà, ma che rifletta pienamente la mia struttura di pensiero. Voglio che le mie parole vadano oltre il loro significato letterale, creando un profilo che permetta di vedere e sentire il mondo come lo percepisco io. Le metafore, le analogie e le altre figure retoriche che utilizzo invitano chi mi ascolta a interpretare i molteplici livelli di significato contenuti nelle mie canzoni.
Nei tuoi testi si percepisce una sorta una sofferenza. Quali difficoltà hai incontrato nella tua vita?
Le difficoltà ci sono sempre state e sono state davvero intense. Ho avuto un’esperienza traumatica con la scuola, dal primo giorno fino all’ultimo, e questo ha plasmato fin dalla tenera età il concetto che avevo di me stesso. È stata una tortura letterale. Ero caratterialmente diverso dagli altri alunni e avevo necessità particolari. Le maestre delle elementari e i professori delle superiori, oltre a ignorare le mie diversità, facevano di tutto per farmi passare per un totale disadattato. È andata solo leggermente meglio alle medie. In quegli anni ho scoperto di essere dislessico e di avere l’adhd.
La scoperta della dislessia e dell’adhd ti ha aiutato?
Sebbene questa consapevolezza mi abbia aiutato a capire chi ero e a sentirmi meglio, continuavano a esserci aspetti di me che mi rendevano diverso dagli altri, come la mia percezione amplificata della realtà e delle emozioni. Le mie energie si esaurivano a metà giornata a causa della mia costante sovrastimolazione sensoriale. Questa situazione si è protratta fino a circa un anno fa, quando ho scoperto di essere autistico ad alto funzionamento. Questa scoperta ha cambiato radicalmente il mio modo di vedere il mondo. Ora, a quasi 25 anni, mi ritrovo a dover riprogrammare la mia mente e costruire una nuova vita in base a ciò che sono.
Cosa vorresti dire a chi non ti ha compreso o a chi ti ha giudicato senza conoscerti veramente?
Usando un gergo musicale, le persone spesso danno fiato alle trombe, rischiando di stonare alcune strofe della tua vita. Chi giudica di solito non ha interesse a comprendere la tua situazione o a conoscerti veramente. Per questo, credo che sia inutile spendere tempo a spiegare che non sei come ti dipingono, adattando la linea melodica dei nostri pensieri alle loro stonature. È più funzionale abbassare il volume delle loro note nella nostra testa e ignorare le loro critiche.
Cosa vorresti dire ai tuoi insegnanti?
“Vorrei ringraziarli. Per le smorfie e le risatine durante le mie interrogazioni. Per aver corretto i miei compiti davanti agli altri bambini, ridicolizzando i miei errori. Per i segni rossi delle loro penne sui miei compiti, che giorno dopo giorno scarabocchiavano la mia autostima. Se aveste creduto in me e fatto del vostro meglio per aiutarmi a sviluppare i miei talenti, probabilmente non avrei tutti questi complessi. Oggi ho l’opportunità di raccontare me stesso qui e spero che ciò che ho vissuto io con la scuola non lo viva nessun altro. Spero che ogni alunno ognuno possa ricevere il supporto necessario per capire se stesso e spiccare il volo oltre i lampi che oscurano il suo cielo.”
Quali sono i tuoi sogni? Che sogni avevi da bambino?
“Molti dei miei desideri si sono già realizzati, poiché attraverso le mie canzoni sono riuscito a far comprendere alle persone intorno a me la complessità della mia mente. Tuttavia, ciò che ho mostrato finora è solo un piccolo spiraglio di ciò che vivo. Quello che sperimento è talmente originale, complesso e intenso che è quasi impossibile da comprendere pienamente. Spero che un giorno qualcuno possa entrare nella mia mente e vedere il caos di dinamiche mentali che vi abitano. Sarebbe materiale da film.”
Parlami un po’ di adesso. Cosa fai nella vita? Ci sono delle persone con cui hai degli stretti legami?
“Ho dei genitori eccezionali e una bellissima cerchia di amici che mi vuole un mare di bene. Uno di questi è quello che ha scattato la fotografia che vedi all’inizio dell’articolo; è un fotografo e videomaker fantastico.
Per quanto riguarda il lavoro, anche lì mi ritengo molto fortunato. Da circa due anni lavoro in un’azienda dove il mio datore di lavoro, Gabriele, ha accettato la mia diversità fin da subito. Tutto questo mi aiuta ad avere una vita abbastanza serena, concentrandomi sulle cose davvero importanti e lasciando alle spalle le difficoltà che ho incontrato.”
Link youtube: https://www.youtube.com/@SamueleSecchianoVideo
Spotify https://open.spotify.com/artist/6D5iAjGTVm9JWAf0KDFNJe?si=llLbou1UTAWglLDK6poQRQ