Poggibonsi, quando gli angeli persero le ali

Poggibonsi, quando gli angeli persero le ali
storia poggibonsese
Il cav. Guido Cuccoli, sul finire dell'800, era considerato a Poggibonsi, come ex-garibaldino, un patriota e un mangiapreti. Poi però si era fatto tutt’un tratto credente e praticante, frequentatore degli altari e delle acquasantiere

Il cav. Guido Cuccoli, sul finire dell’800, era considerato a Poggibonsi, come ex-garibaldino, un patriota e un mangiapreti.  Poi però si era fatto tutt’un tratto credente e praticante, frequentatore degli altari e delle acquasantiere. Raccontavano i socialisti e i liberali del tempo che un giorno ebbe a che dire con un frate, il quale, tipo robusto e di mano lesta, lo stese a terra con due colpi micidiali da peso massimo, che lo lasciarono alcuni minuti rintontito, più di là che di qua. Al risveglio, il Cuccoli si trovò improvvisamente convertito e  fedele suddito di Santa Romana Chiesa. Questa naturalmente la versione degli avversari politici. Magari la conversione, si spera, sarà stata un pochino più meditata. Fatto sta che il Cuccoli, assieme al canonico Neri e al prete Lazzeri di Talciona, sul finire dell’800 rappresentava a Poggibonsi un po’ l’anima del movimento cattolico.

Erano anni di fermento per il mondo cattolico, che cercava di contrastare in qualche modo il diffondersi delle idee del socialismo tra le masse lavoratrici. Nel fare questo i cattolici non risparmiarono nemmeno, a volte,  colpi bassi.  Nel 1896 il Neri durante un’omelia invitò i fedeli ad allontanare da sé i non cattolici e perfino a “negarcavaliere loro lavoro e soccorso”, mentre il prete Lazzeri parlava del socialismo come della “città di Satana”, inneggiando contemporaneamente al ritorno di Roma sotto il papa ed auspicando addirittura una futura “Toscana papale”.

I cattolici locali erano in rotta di collisione anche  e soprattutto con i liberali e i monarchici, dopo che l’anno precedente questi avevano festeggiato in pompa magna  il 20 Settembre, ricorrenza della presa di Porta Pia.

Nei primi giorni dell’ottobre dello stesso anno 1896 i cattolici poggibonsesi invitarono il prof. Giuseppe Toniolo, economista cattolico e propugnatore di  un disegno atto ad attutire gli effetti più deleteri del sistema capitalistico in nome di una “democrazia cristiana”, a tenere una conferenza in occasione dell’inaugurazione del Comitato Interparrocchiale di S.Maria Assunta. Era prevista anche una processione solenne con tanto di accompagnamento da parte della banda cittadina attraverso le vie del paese. La notizia mise in allarme i liberali e monarchici di Poggibonsi, oltre che i socialisti e gli anarchici. Giuseppe Del Zanna, corrispondente del giornale “Fieramosca” con lo pseudonimo di Bonizio, scrisse parole infuocate su tale giornale contro tale iniziativa, vista come un attacco palese all’integrità nazionale, ed invitò i cittadini di Poggibonsi alla vigilanza. Le sue raccomandazioni non caddero nel vuoto e la domenica del 4 ottobre comparvero ovunque, per le vie del paese, strisce tricolori   con la scritta “ROMA O MORTE”, “A ROMA CI SIAMO E CI RESTEREMO”, “ROMA INTANGIBILE” e via dicendo.

La processione partì comunque, ma ad un certo punto una trentina di dimostranti si intrufolò  tra la fila di contadini venuti dalle campagne e ordinò alla banda di suonare, anziché le musiche religiose, la Marcia Reale e l’Inno di Garibaldi, mentre, contemporaneamente, un pallone aerostatico si innalzò nel cielo recando la scritta

W IL 20 SETTEMBRE”. La processione cominciò a sbandarsi. Il sindaco pregò il delegato di polizia di lasciar fare per evitare possibili peggiori conseguenze e la banda si mise a suonare gli inni patriottici nazionali, dopodiché i musicisti vennero ripagati con una bevuta gratuita presso la locanda “La Speranza”. Il prof. Toniolo tenne la sua conferenza il giorno dopo, ma a porte chiuse, presso la Collegiata.

Il fatto fece ovviamente scalpore e finì sulla stampa nazionale ed internazionale. Il Comitato Interparrocchiale  per stigmatizzare l’episodio fece stampare addirittura un opuscolo intitolato “I Fatti di Poggibonsi” e dal papa arrivò a magra consolazione una benedizione apostolica. I cattolici se la presero soprattutto con i liberali e i monarchici, oltre che con Bonizio, mentre i socialisti, attraverso La Martinella,  attribuirono le maggiori responsabilità dell’accaduto alle dure parole del Neri dell’agosto precedente.

Due anni dopo, pur  da avversari politici, cattolici e socialisti si trovarono sulla stessa barricata, a condannare la dura repressione operata a Milano dal Bava Beccaris durante i moti per il prezzo del pane.

Ma gli screzi tra i due schieramenti continuarono e nel 1901, poco tempo dopo il celebre contraddittorio pubblico tra il sacerdote Domenico Conti e l’avvocato socialista, ex-anarchico, Francesco Saverio Merlino, una nuova processione finì male, questa volta solo per colpa del maltempo, che scatenò sul più bello della sfilata con tanto di coreografia, di vergini in veste bianca e di ragazzi trasformati in angeli con le ali, un violento acquazzone. La processione era stata organizzata a riparazione del fatto che, sempre per il 20 Settembre, erano stati sparati a salve in segno di festa dal castello di Badia, per volontà del proprietario Marcello Galli Dunn, dei colpi di cannone.

Stavolta i cronisti della Martinella la misero sul ridere e si divertirono a raccontare di un fuggi fuggi generale di uomini, donne e bambini, di ceri caduti a terra e spezzati,  di vesti stracciate, di angeli con le ali inzuppate e spennacchiate, di preti intonanti il Te Deum più simili a pesci che ad esseri umani. “Tutto sommato - concludeva  ironizzando l’articolista - i cittadini risero dei graziosi spettacoli che i preti e il tempo gli offrirono, e fanno preghiera che presto si rinnovino di questi scherzi da circolo, dei quali tanto, ma tanto si bea il popolo che non pensa…”.

Per una volta la contesa non aveva assunto l’aspetto della dura ed aspra battaglia, ma quello di un divertente scherno, propedeutico alle celebri imprese di Don Camillo e Peppone.

(V. anche Burresi-Minghi “Poggibonsi tra ‘800 e ‘900” - 2014; La Stampa, Il Libero Cittadino, Il Fieramosca, La Croix, ed altri giornali, annata 1896)

In foto Villa Cuccoli-Fiaschi a San Lucchese

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