Poggibonsi, Marcello Galli Dunn e il Castello di Badia

Poggibonsi, Marcello Galli Dunn e il Castello di Badia
un piemontese a poggibonsi
Marcello Galli Dunn era piemontese, ma amava particolarmente la Toscana. Possedeva una villa sontuosa a Marina di Pisa, dove riceveva amici ed ammiratori. Poi, nel 1886, comprò dal Casini la proprietà di Badia a Poggibonsi

QUESTO MEDIOEVALE CASTELLO

CHE RISUONO’ LUNGA ETA’ DI GRIDA GUERRESCHE

CCCCXLVII ANNI DI DEVOTE SALMODIE

SMANTELLATO PER GLI OSTILI ASSALTI

DIRUTO PER LE INGIURIE DEL TEMPO

FU NIDO AL GUFO SOLITARIO

FINCHE’ IL PROF.MARCELLO GALLI DUNN

CULTORE DEL VERO, DEL BELLO, DEL BUONO

PER SE’, PER LA CONSORTE MARIA FERMANI,

FE’ RISORGERNE LE MURA, LE TORRI ANTICHE

E SOPRA SUO DISEGNO INALZO’

IL NUOVO SPLENDIDO EDIFIZIO

CONSACRANDO ALL’ARTE, ALLA PACE, ALL’AMICIZIA

L’ANNO MDCCCXCVI

 

Questa la lapide scolpita in marmo dettata dal canonico Agostino Neri per celebrare i lavori compiuti dal prof. Marcello Galli Dunn sui ruderi della vecchia Abbazia di Marturi adibita ormai a fattoria, in stato di degrado, ed ora trasformata in castello residenziale neogotico. Restauri e lavori che il precedente proprietario, il dott. Giuseppe Casini, avrebbe voluto compiere, ma non aveva avuto il coraggio di intraprendere, considerati anche i mezzi necessari.

Marcello Galli Dunn ebbe da sempre un debole per tutto quello che riguardava l’arte. Questa passione lo portò a diventare un grande collezionista di opere d’arte di valore. Nato in Piemonte, a Mondovì, era nipote di Gioacchino De Agostini, fratello del più noto Giovanni, fondatore della celebre casa editrice. Gioacchino, uomo di chiesa e scrittore, nel 1848, mentre si trovava a Londra, aveva lasciato l’abito talare per sposare Adelaide Galli Dunn, figlia di un fuoriuscito piemontese riparato in Inghilterra.

La passione del Galli Dunn per l’arte si manifestò già nel 1875, quando, a Gualdo Tadino, in Umbria, mise su un opificio per la realizzazione di maioliche artistiche nei locali dell’ex-convento francescano. L’attività lo impegnò per tre anni, dopodiché l’opificio venne rilevato e la lavorazione continuata dalla famiglia Rubboli.

Marcello Galli Dunn era piemontese, ma amava particolarmente la Toscana. Possedeva una villa sontuosa a Marina di Pisa, dove riceveva amici ed ammiratori. Poi, nel 1886, comprò dal Casini la proprietà di Badia a Poggibonsi e nell’arco di un decennio portò a termine i lavori di recupero e rifacimento. Il nuovo castello di Badia diventò presto un punto di riferimento per qualsiasi iniziativa o celebrazione riguardante la città di Poggibonsi.

Nel 1900 furono ospiti al castello dei Galli Dunn i membri della Società Storica della Valdelsa. Nel 1906 si inaugurò il nuovo vessillo della Pubblica Assistenza, donato all’associazione proprio dai coniugi Galli Dunn. Nel 1909, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Garibaldi, dopo il prof. Pietro Del Zanna, tenne anche lui un discorso, in qualità di ex-combattente della seconda e terza guerra di Indipendenza ed ex-garibaldino. Sempre nel 1909 si concluse a Badia una giornata dedicata all’insegnamento delle scienze nelle scuole popolari. Nel 1910 il Galli Dunn offrì un ricevimento in onore della Fratellanza Militare Senese e nello stesso anno acquistò all’estero, ad una cifra considerevole, l’”Album dei Mille”, con le immagini di tutti i garibaldini che avevano preso parte all’impresa, e lo andò a donare al sindaco di Roma, destando l’ammirazione di tutti e guadagnandosi alcune citazioni di merito su vari giornali. L’anno dopo, centenario dell’Unità d’Italia, il Galli Dunn fece sparare a salve dal castello di Badia alcune cannonate per festeggiare la ricorrenza, cosa che ripeteva di solito in occasione della data del 20 settembre e della presa di Porta Pia.

Il Galli Dunn si impegnò anche in politica, ricoprendo la carica di consigliere comunale ed anche provinciale, dal 1902 al 1910. E’ difficile incasellare politicamente il Galli Dunn, anche se è chiaro che gravitò attorno all’ambiente liberale-monarchico. Su “La Martinella”, in un articolo di poco precedente le elezioni del 1902, si legge un efficace, quanto pungente, ritratto della personalità politica del Galli Dunn, che vale la pena qui riportare: “…il suddetto signore [Marcello Galli Dunn] si dichiara di fede repubblicana, ma crede assurdo il ventilarne oggi la questione. E anche socialista di cuore, perché vuole che i giusti desideri degli operai siano soddisfatti. Per queste ragioni accetta il programma dei giovani monarchici liberali conservatori, nel quale però trova molte lacune. Ed ora ditemi, in grazia, a qual partito veramente appartenga. Ma non è tutto. Su un foglio volante distribuito domenica mattina si dava il sunto della conferenza che aveva il Galli Dunn tenuto la sera del venerdì 27 in forma privatissima a circa una sessantina di persone al Circolo Vittorio Emanuele II. Innanzi tutto dichiara che si presenta innanzi a loro come un accusato davanti ai suoi giudici e lo spiritoso professore dice che lo hanno accusato di fare il democratico o repubblicano a Firenze e il clericale a Poggibonsi e spiega come egli non siasi mai meritata la taccia di clericale e abbia promesso mille lire per i restauri della Chiesa di S.Lucchese per puro amore di arte. Come se non fosse notorio che egli in determinate feste religiose si fa dedicare dai preti dei sonetti di occasione e come se non sia facile comprendere che la elargizione fatta alla vigilia delle elezioni ha servito magnificamente per attirare i voti dei clericali. Dopo questa difesa personale il Galli Dunn espone il suo programma e dice che, pur essendo di larghe idee democratiche, rifugge dalle pericolose utopie socialiste. Noi vorremmo che il sullodato professore svolgesse questo suo concetto in un pubblico contraddittorio. Ma il Galli Dunn ha delle idee così disparate che esse devono fare uno strano contraddittorio nel suo cervello. A meno che non abbia avuto che una sola grande idea: quella di salire ad una carica pubblica…”.

Nella sua voglia di fare, a volte di strafare, forse il Galli Dunn non fu un buon amministratore del proprio patrimonio. Alla sua morte, avvenuta il 21 gennaio 1912, infatti, i suoi beni furono pignorati in seguito a procedimento giudiziario della Pretura di Poggibonsi su richiesta della Banca Popolare Cooperativa di Rovigo. La Vedetta Senese riportò il lungo elenco delle opere d’arte e degli arredi di valore pignorati alla vedova Maria Fermani dopo la morte del marito. Il castello in seguito passò in proprietà dell’avv. Gasparri di Roma.

Opere d’arte appartenute alla collezione Galli Dunn si trovano sparse in vari musei. Celebre la “Madonna con Bambino e Santi” di Taddeo Gaddi oggi esposta al Metropolitan Museum di New York.

(V. anche Burresi-Minghi: “Poggibonsi dal primo novecento al fascismo” - 2016 ; A.Neri “Descrizione storico-artistica del Castello di Badia, già di Marturi” - 1901)

In copertina: il Castello di Badia in una vecchia cartolina degli anni ’30 del secolo scorso

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