Poggibonsi, le sue erbe e un ignoto botanico del '600

Poggibonsi, le sue erbe e un ignoto botanico del '600
erbe botaniche
Il mercato delle erbe si faceva di solito a Poggibonsi nella Piazzuola davanti a S.Lorenzo, (attuale Piazza Savonarola), dove si vendevano anche cipolle, cocomeri, “poponi”, fieno e strami per il bestiame

Erbe buone, erbe nocive, erbe medicinali, erbe commestibili, erbe aromatiche, erbe velenose… tutto sta  nel conoscerle bene e  farne quindi un uso adeguato. In una relazione ottocentesca il medico poggibonsese Antonio Orlandini osserva che “l’uso di erbe va bene, ma meglio se consigliate e fatte vedere dal medico”. E il suo collega Ottaviano Pieraccini mette in guardia dal fidarsi dei venditori ambulanti, che spacciano alcune erbe come il rimedio per tutti i mali, come, ad esempio, la famosa, a Poggibonsi, ”Erba della Rocchetta”, che invece trattavasi di un’erba purgativa da usare, secondo il Pieraccini, con moderazione e solo in caso di necessità.

Il mercato delle erbe  si faceva di solito a Poggibonsi nella Piazzuola davanti a S.Lorenzo, (attuale Piazza Savonarola), dove si vendevano anche cipolle, cocomeri, “poponi”, fieno e strami per il bestiame, mentre nella Piazza del Mercato (attuale Piazza Cavour) si vendevano grasce, canapa, lana, oggetti artigianali, ceste, corbelli, stoviglie, merci varie, generi commestibili e frutta;  in Piazza delle Chiavi (attuale Piazza D.Frilli) si vendevano invece carbone, brace, legname, oggetti di ferramenta.

All’inizio del ‘600 un ignoto appassionato botanico della zona compilò un meticoloso elenco delle erbe valdelsane e in particolare del territorio poggibonsese. Tale elenco capitò nel ‘700 in mano al proposto di Castelfiorentino in S.Verdiana Giuseppe Muzzi e da questi fu passato al celebre medico e botanico toscano Giovanni Targioni-Tozzetti, il quale lo riportò in forma quasi integrale nelle sue celebri “Relazioni di alcuni viaggi fatti in diverse parte della Toscana” alla voce “Poggibonsi”. Si tratta di un piccolo erbario dal seguente lungo titolo: “Dell’erbe che nascono per la Valdelsa. Molte, varie e diverse piante le quali nascono nella Valdelsa e parimente intorno a Poggibonsi, colla dichiarazione dei loro veri e propinqui nomi, cioè Greci, Egiptii, Arabi e Latini e nomi particolarmente di quelli Abitatori del paese; oltre a ciò distintamente  si dirà il proprio luogo dov’esse nascono”.

L’elenco delle erbe  del territorio poggibonsese e luoghi limitrofi è estremamente interessante, perché vi si possono ricavare anche altre notizie: vecchi toponimi della zona, costumi del tempo, informazioni riguardanti alimentazione o cura del corpo ed anche attività economiche o modi di dire.

Tra le località rammentate, Poggio Asturpio, Bosco a Pini, Palagetto, Castellare di Papaiano, Piano della Madonna (si tratta del piano antistante l’Oratorio della Madonna delle Grazie o del Piano), Montelonti, Montefalconi, Romituzzo, Sornano, Poggio a’ Frati, Cinciano, Salceto, Vallepiatta, Paduletto del Vallone, Calcinaia, Mulino Nuovo, Talciona, Borgaccio, Megognano, Strozzagolpe (sic), Drove ecc.

Sul piano lessicale da notare l’uso di “dreto” al posto di dietro, “picciolo” per piccolo, “man manca” per sinistra, “dimandare”, per chiamare, nominare.

Tra le 198 erbe o piante elencate, da rammentare le erbe usate per insalate, come il Cinquefoglie, l’Erba Stella, il Favuccello, la Cicerbita; quelle medicinali, come l’Erba Querciola, il Tasso Barbasso, l’Erba Acetosa, il Ligustro, usato  dalle donne per “far liscia la faccia”, l’Anagallide o “Erba che fa cantare galli e galline”, erba che pare avesse proprietà tali da togliere la tristezza e che veniva usata per curare anche alcune forme di follia, il Tragopogono o Barba di Becco, usato come condimento per i cibi, ma anche per minestre o insalate.  Rammentato anche l’Orobanche o Succiamele, pianta parassita, che, secondo il Muzzi, i contadini non estirpavano come avrebbero dovuto fare e che danneggiava la raccolta dei legumi. Infine una curiosità: nell’orto dei frati di S.Lucchese, si dice nell’erbario, si trovava un albero raro, che “molti dicono esser l’albero Loto d’Egitto”.

Il Targioni Tozzetti non manca di annotare infine che nei pressi del castello di Strozzavolpe c’era nel 1727 un boschetto di pistacchi, i quali “ci provavano assai bene e ogni anno facevano molti Pistacchi, non inferiori in bontà a quelli che vengono di Levante, lo che dovrebbe sollecitare la nobile curiosità d’altri Gentiluomini a farne piantare ne’ loro effetti, poiché il clima della Toscana superiore gli soffre benissimo, per lo meno in certi luoghi più caldi e difesi”.

(V. anche Burresi-Minghi “Poggibonsi dalla distruzione di Poggiobonizio al ‘700” - 2018)

Nelle immagini: il botanico Giovanni Targioni-Tozzetti; alcune piante rammentate nel catalogo dell’anonimo compilatore del ‘600, tratte dall’ “Erbario del Matthioli” , medico cesareo senese, edito in Venezia nel 1712; in copertina la località La Rocchetta a Poggibonsi.

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