Nonostante le modifiche proposte sulla base degli studi effettuati sul finire del ‘700 dal dott. Francesco Marmocchi per la parte chimica e dall’ing. Giuseppe Manetti per quella tecnica, e forse in parte realizzate, riguardanti l’acquedotto di Poggibonsi, l’acqua che arrivava al fontanile di Piazza del Mercato (attuale Piazza Cavour) risultava, nei primi anni dell’800, ancora insufficiente, dato anche l’incremento demografico in atto. Tale fontanile, come si nota bene in alcune carte, era posto allora un po’ più su rispetto alla zona centrale, in direzione della Collegiata.
Nel 1828 così l’ing. Angelo Cianferoni fece nuove ricerche per individuare tutte le possibili acque sorgive esistenti nella zona della Fonte delle Fate e del Vallone e progettò un nuovo acquedotto, ispirandosi a quello monumentale approntato per Livorno dall’ing. Pasquale Poccianti. Il progetto prevedeva a valle della confluenza delle varie acque sorgive un bel depuratorio a pianta poligonale con cupola, al cui interno tre vasche, delle quali la prima riempita di pietre di alberese spezzate, avrebbero dovuto garantire il filtraggio e la depurazione dell’acqua. Da tale depuratorio poi un condotto in terracotta avrebbe portato l’acqua fino alla Piazza del Mercato, ad una fontana da porsi in posizione centrale, sotto la quale sarebbe stata realizzata una cisterna di raccolta; da quest’ultima poi un condotto sotterraneo avrebbe portato le acque a due abbeveratoi da porsi uno nella Piazza dell’Olio (Piazza Savonarola), l’altro nella Piazza del Bestiame (i Fossi, attuale via Trento).
Il progetto del Cianferoni fu poi rivisto e adattato alle esigenze delle casse comunali e l’acquedotto fu realizzato nel 1833 sotto la direzione del nuovo ingegnere di Circondario Loreto Mazzei. L’appalto dei lavori si svolse il 5 marzo del 1833 “ad estinzione di candele”, come usava a quei tempi. Venivano cioè accese in sequenza, una dopo l’altra, tre candele e, all’estinzione della terza, in mancanza di nuovi offerenti, l’appalto era aggiudicato.
Il depuratorio ebbe una struttura più agile, semplice e lineare, quella attualmente visibile se solo fosse adeguatamente e periodicamente ripulito dalla vegetazione spontanea che ormai lo ricopre del tutto, mentre la fontana di piazza, che nel progetto avrebbe dovuto rappresentare qualcosa di monumentale a ricordare una sorta di obelisco, fu completamente rivista per gli eccessivi costi e realizzata solo dieci anni dopo, nel 1843, su disegno dell’ing. Ermete Ulracco ed è quella che si vede attualmente.
(V. F. Burresi “Poggibonsi nel ‘700” - 2022; P. La Porta “L’acquedotto del Vallone e le fontane per la Piazza del Mercato - 1829-1843”)
In copertina: il depuratorio dell’acquedotto ottocentesco