Tutti i poggibonsesi sanno che nel 1221 S. Francesco nominò S. Lucchese primo terziario francescano, primo rappresentante cioè del Terzo Ordine fondato dal santo, dopo quello dei frati e delle Clarisse. Non tutti forse sanno che a Roma, nel chiostro della Basilica dei SS. Cosma e Damiano, martiri orientali delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, un affresco rappresenta proprio la “Vestizione di S. Lucio” [Lucchese] da terziario per mano di S. Francesco.
La chiesa dei SS. Cosma e Damiano risale al sec.VI, ai tempi di papa Felice IV, un papa che cercò di barcamenarsi tra le due fazioni dei Goti e dei Bizantini che si contendevano allora il controllo della penisola. Fu proprio per ingraziarsi l’imperatore d’Oriente che Felice IV pensò forse di dedicare la chiesa ai due martiri orientali Cosma e Damiano. Ampliata nei secoli VII e VIII, la chiesa divenne centro di accoglienza per i poveri. Nel 1512 fu affidata ai francescani del Terz’Ordine, che la restaurarono ed ampliarono ancora, finché, dal 1626 al 1632, la chiesa fu totalmente rinnovata su disegno dell’architetto Luigi Arrigucci, che vi ricavò un chiostro, poi decorato da Flaminio Allegrini con affreschi che rappresentano le storie di S. Francesco e del beato Lucchese.
Gli affreschi sono stati oggetto di discussione e controversia tra gli storici dell’arte che se ne sono occupati, incerti se attribuirli a Francesco o a Flaminio Allegrini, pittori eugubini, ed incerti pure su chi dei due fosse il padre o il figlio. Gli ultimi studi, condotti sulla base di alcuni nuovi documenti, attribuiscono gli affreschi a Flaminio, che dovrebbe essere il padre, e risultano essere stati eseguiti attorno all’anno 1630.
Si tratta di quattro affreschi che rappresentano alcuni episodi della vita del santo:
1) S.Francesco che riceve le stimmate.
2) S.Francesco che veste S. Lucchese da terziario francescano.
3) Una predica di S. Francesco davanti al castello di Poggibonizio.
4) La conferma della Regola francescana.
Nell’affresco che ci riguarda più da vicino si vede S. Francesco che dona a Lucchese il saio grigio cenere della penitenza ed una corda per cintura. L’episodio della vestizione è narrato per scritto da Bartolomeo de’ Tolomei, quindi da Bartolomeo da Colle e infine da Mariano da Firenze, il quale ultimo però racconta che Lucchese fu vestito insieme alla moglie Buonadonna. Nell’affresco dell’Allegrini invece la moglie è dietro a Lucchese, con un figlio in braccio, mentre un’altra donna piange di commozione, a segno della gravità e importanza dell’evento. A corredo dell’affresco, nelle colonne vicine del chiostro, sono raffigurati quattro santi protettori del Terz’Ordine: Luigi IX di Francia, Elisabetta di Ungheria, Margherita da Cortona e Ivo di Bretagna.
Nell’affresco che rappresenta invece una predica di S. Francesco si vede il santo al centro di uno stuolo di fedeli, mentre sullo sfondo si intravede “una rocca difesa da alti bastioni”. Secondo i critici e storici dell’arte si tratterebbe del castello di Poggibonizio, presso il quale S.Francesco, come si sa, si soffermò a predicare.
(v. S. Riccioni: “Flaminio Allegrini, i Barberini e un libro - Gli affreschi nel chiostro della Basilica dei SS. Cosma e Damiano” - in Iconographica, rivista di iconografia medievale e moderna, V - 2006)