“Come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore ad esso per qualità e quantità, dimensioni ed effetti, similmente il potere regio deriva dall’autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più è con essa a contatto, di tanto maggiore luce si adorna e quanto più ne è distante tanto meno acquista in splendore”.
Così Innocenzo III fa capire subito le sue intenzioni all’indomani della sua elezione a papa nel 1198, riaprendo la secolare contesa tra papato ed impero. Impero in crisi tra l’altro, perché alla morte di Enrico VI, avvenuta un anno prima, si è riaperta la contesa tra la casa degli Hohenstaufen e quella dei Welfen, tra Filippo di Svevia, cioè, sponsorizzato, diremmo oggi, dalla Francia, e Ottone di Brunswick, appoggiato dall’Inghilterra.
Fra i due il papa sceglie Ottone, per impedire il ricongiungimento tra impero e Sicilia ed evitare così un possibile fatale accerchiamento. Le cose si mettono bene per Ottone soprattutto quando il rivale viene assassinato, nel 1208, cosicché, l’anno dopo, il 4 ottobre 1209, a Roma, può avvenire l’incoronazione ufficiale.
Una volta incoronato, Ottone si mette a risalire la penisola fermandosi con il suo esercito in varie località a dispensare diplomi imperiali, benefici, privilegi, esenzioni fiscali ad enti vari, comuni, abbazie e via dicendo. Il 12 Ottobre è a Montefiascone, il 21 a Siena, il 25 a Poggibonizio, il 27 a Castelfiorentino, il 28 ancora a Poggibonizio, dal 29 Ottobre al 4 Novembre a San Miniato, quindi dal 6 all’8 Novembre a Fucecchio e di lì quindi a Lucca, Pisa, Firenze e indietro di nuovo, a Foligno.
Proprio dalla nostra Poggibonizio emette due importanti decreti. Durante la prima sosta del 25, vista la fedeltà dimostrata verso la causa imperiale dalla città di Pisa, conferma la giurisdizione di tale città su tutti i suoi possedimenti di terra e di mare, comprese quindi le isole d’Elba, di Capraia, Gorgona, Pianosa e la Corsica. L’atto è stipulato alla presenza del patriarca di Aquileia, dei vescovi di Zeitz, Lucca, Firenze, del margravio [marchese] Azzo d’Este e di numerosi conti.
In occasione della seconda sosta in Poggibonizio del 28 Ottobre emana un altro decreto, con il quale prende sotto la sua protezione il monastero di Vallombrosa e tutti i monasteri della congregazione dei vallombrosani con tutti i beni annessi; decreta che tutti i loro mulini siano esenti da tasse di qualsiasi tipo e permette ai monaci di costruirne liberamente di nuovi lungo le sponde dei fiumi.
E' invece da Fucecchio, l’8 Novembre, che Ottone IV firma un atto con il quale prende sotto protezione imperiale l’ospedale poggibonizzese di S.Michele con tutte le sue pertinenze. Stabilisce che tutte le tasse che tale ospedale deve al Comune o all’impero siano annullate e decreta che tutti i beni mobili e immobili che l’ospedale ha raccolto nel corso degli anni restino a tale istituzione ad uso e consumo dei poveri. Decreta infine che nessuno possa, anche in futuro, infrangere tali comandi imperiali.
L’idillio con il papa durò poco tempo, perché Ottone non si piegò a fare la parte della luna, quindi non rispettò i patti e cercò di ristabilire l’autorità imperiale prima nel centro Italia, marciando poi verso il sud e la Sicilia. Il papa dal canto suo reagì con l’arma, terribile a quei tempi, della scomunica (1210), cui seguì la ribellione ad Ottone dei principi tedeschi, i quali si affidarono al giovane Federico di Svevia, che incoronarono “re dei Romani” a Costanza nel 1212. Il 27 Luglio del 1214 si giocò la partita decisiva, quando le armate di Ottone furono vinte nella battaglia di Bouvines, che costrinse Ottone ad abdicare alla corona imperiale e a ritirarsi a vita privata. A fare i conti con il papa sarebbe toccato ora al nuovo imperatore Federico II.
(V. E.Winkelmann “Acta imperii inedita seculi XIII et XIV”; “Supplementi di Istorie toscane” Firenze 1774)