Una banda musicale esisteva a Poggibonsi almeno dal 1825, anno in cui una Società Filarmonica chiede alcuni sussidi per poter acquistare un’uniforme per i suonatori, “fatta dichiarazione di servire la Comunità in qualunque circostanza gratuitamente”.
Un impulso alla costituzione di bande musicali cittadine era stato dato senza dubbio dal periodo di dominazione napoleonica, con le sue molteplici cerimonie e feste pubbliche celebrative dell’impero.
Nel 1846 troviamo presidente della Società Filarmonica di Poggibonsi il capitano Alessandro Pieraccini. Nello stesso anno il Comune stanzia 500 lire per tale gruppo musicale, in quanto contribuisce al “decoro e al Lustro del Paese”, oltre che “all’istruzione della gioventù” e “alla civilizzazione”. Dall’anno dopo la Società Filarmonica cambia il nome in Banda Municipale ed ha come direttore il maestro poggibonsese Oreste Carlini, che vince il concorso apposito superando molti agguerriti concorrenti forestieri.
La banda è presente ogni qual volta accade qualcosa di importante, come nel 1847, quando la recente elezione al trono papale di Pio IX sta suscitando speranze nuove nei patrioti italiani. Suona il 1 Agosto per festeggiare uno scampato attentato al papa, poi per la festa di S.Felice a S.Lucchese, dove compaiono bandiere e coccarde tricolori insieme alle scritte di “W Leopoldo II e Pio IX”, quindi nel novembre dello stesso anno per celebrare il progetto di una Lega doganale da crearsi tra Regno di Sardegna, Granducato di Toscana e Stato Pontificio in funzione antiaustriaca. E il 1 Febbraio del 1848 la banda accompagna la popolazione poggibonsese in festa per la concessione nel Regno di Sardegna dello Statuto da parte di Carlo Alberto.
Dieci anni dopo, nel 1858, sappiamo che la banda ha sede in un locale abbandonato sito in via delle Chiavi, ma che sono cominciate le difficoltà economiche in mancanza di adeguati stanziamenti, tanto che già nel 1865 la banda rischia di doversi sciogliere. Quell’anno per la festa di S. Lucchese non si riesce nemmeno a costituire un gruppo di musica per festeggiare il santo. Alcuni suonatori partecipano a titolo personale e vengono anche multati per aver suonato senza autorizzazione. Due anni dopo la Banda si scioglie e gli strumenti vengono chiusi in un magazzino comunale. I musicisti allora chiedono almeno di potervi accedere per esercitarsi, in vista di una possibile ed auspicata ricostituzione futura del corpo musicale. Chiedono in particolare di poter usufruire di un oficleide, di un trombone, di trombe basse, di un corno e di un eufonio. La richiesta è firmata dai musicisti Enea Moggi, Florindo Scapecchi, Alessandro Chiti, Augusto Marzi, Alessandro Beghè.
Accade così che, quando, il 19 Agosto 1867, Garibaldi transita per la seconda volta dalla nostra città, non essendoci più la Banda municipale, si deve organizzare una banda spontanea improvvisata per accompagnare il generale, assieme alla popolazione, per tutto il tragitto della sua visita, fino alla sua partenza per Rapolano. Ed è allora, forse, che da parte comunale si avverte la necessità di ricostituire un corpo bandistico. Nel dicembre dello stesso anno la giunta municipale approva infatti un regolamento composto di 60 articoli per la ricostituzione di tale Banda. Nel 1870 così la nuova Banda di Poggibonsi può festeggiare in pubblico la presa di Porta Pia in occasione della grande festa organizzata per celebrare l’evento dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso.
Da un’indagine condotta dal Consiglio Scolastico Provinciale nel 1871 sappiamo che sono presenti in tale anno nel territorio di Poggibonsi una “Filarmonica dei Concordi”, fondata l’anno prima, composta di 20 soci, una Società Filarmonica di Staggia con 32 soci, fondata anch’essa nel 1870, mentre la Banda musicale di Poggibonsi ha assunto dal 1869 il nuovo nome di Banda Nazionale e conta 54 soci.
Al periodo celebrativo dell’Unità d’Italia segue però, sul finire del sec. XIX e nei primi anni del ‘900, quello delle contese politiche, soprattutto tra le due nascenti forze popolari, il movimento socialista ed anarchico e quello cattolico, ed anche la banda viene coinvolta in tale competizione. Già abbiamo raccontato in un precedente articolo come nel 1896 la banda cittadina, al seguito di una processione religiosa, fosse poi indotta dai manifestanti a suonare, anziché gli inni religiosi, quelli nazionali patriottici, a scanso di ogni possibile rigurgito clericale e pretesa su Roma capitale d’Italia. Ma la contesa politico-musicale raggiunge il suo culmine quando, nei primi anni del ‘900 si formano addirittura due bande musicali contrapposte, la Banda “Giuseppe Verdi”, diretta dal m°Andreuccetti, poi dal 1904 dal m° Marulli, quindi dal 1912 dal m° Falorni e la Banda Anticlericale, il cui nome è tutto un programma, facente capo al movimento socialista ed anarchico.
Della prima si sa che suonava tutte le domeniche ed i giorni festivi per le piazze cittadine. L’altra suonava soprattutto in coincidenza con le manifestazioni e cerimonie riguardanti il mondo operaio e del lavoro.
Nel 1911 la Banda “G.Verdi” è oggetto di polemica perché a Colle si sarebbe rifiutata di suonare l’Inno dei Lavoratori, come richiesto da molti cittadini, anche se il giornale socialista La Martinella smorza subito tale polemica affermando che ognuno è libero di suonare ciò che vuole e che non lo si può costringere. Tra l’altro nella banda “G.Verdi” suonavano anche molti operai che dopo il lavoro trovavano modo di dedicare il proprio tempo libero all’attività musicale. D’altro canto, fa notare la Martinella, è semmai la Banda Anticlericale che spesso è oggetto di provocazioni di vario genere.
La contrapposizione politico-musicale non risparmia neppure la frazione di Staggia, dove, anche lì, figurano due corpi musicali contrapposti, la Filarmonica Staggese e la Banda Anticlericale di Staggia. Quest’ultima, stando a quanto scritto sul “Popolo di Siena”, sarebbe stata protagonista di un episodio di provocazione, in quanto, tornando da Castelfiorentino dopo un’esibizione, i suoi componenti si sarebbero soffermati a Poggibonsi davanti alla sede della Banda “G.Verdi” ed avrebbero apostrofato con male parole alcuni suonatori. L’articolista del Popolo di Siena, giornale notoriamente reazionario e poco tenero con la controparte politica, questa volta dimostra buon senso, osservando salomonicamente: “visto che a Staggia siamo quattro gatti, perché star con gli artigli a graffiarci gli uni con gli altri anche dove potremmo vivere in una certa serena armonia? Ci divide il sentimento religioso e le idee politiche e sociali? Ci unisca almeno la musica, che dopo tutto piace ai cattolici come ai monarchici e ai socialisti! Il nostro pensiero sul corpo musicale di Staggia è che accolga tutti, suoni per tutti e… si faccia pagare da tutti”.
Ma le polemiche non finiscono e nel maggio del 1920, mentre si celebra la ricorrenza del 4 novembre e della vittoria nella I guerra mondiale, una banda anarchica improvvisata intona in paese, a ricordo delle migliaia di vittime di una guerra feroce e insensata, una lamentevole e significativa marcia funebre.
Per concludere, sempre nel 1920 si ha notizia di una banda musicale diretta dal m° Andreuccetti costituitasi nella piccola frazione di Gavignano, formata, si dice, da “elementi buonissimi di campagna”.
(Vedi anche Burresi-Minghi “Poggibonsi al tempo di Pietro Leopoldo, Napoleone e Garibaldi, 2017 - Burresi-Minghi “Poggibonsi dal primo novecento al fascismo”, 2016)
Nelle immagini: una banda musicale cittadina del 1902 (fonte Strapaese) e una banda musicale di Staggia dello stesso anno. Quest’ultima immagine è tratta da una fotocopia di un giornale del tempo di non facile identificazione, per cui risulta precaria ed appena visibile.