Il primo consiglio comunale si apre con una votazione compatta e contraria del gruppo Pd e Colle per Vannetti Sindaco riguardo alla nomina del presidente.
“Non ho alcun problema nei confronti di Angela Bargi - aveva anticipato Riccardo Vannetti, capogruppo Pd - che, come ho già detto, stimo a livello personale e politico, pur essendo su fronti opposti dal punto di vista valoriale. Avremmo però preferito essere consultati riguardo alla scelta del presidente del consiglio comunale, dal momento che siamo la maggior forza di opposizione. Purtroppo ci troveremo a dover votare contro”.
L’offerta della vicepresidenza, giunta ai consiglieri di opposizione del centrosinistra alle ore 14 dello stesso giorno del consiglio, è stata declinata dagli stessi. Riccardo Vannetti rileva inoltre che nella convocazione del primo consiglio comunale non sia inserito il punto sul programma di mandato, come promesso in campagna elettorale. “Non c’è, e me ne dispiaccio” ha detto Vannetti, nell’augurio di procedere oltre i toni da propaganda.
Un altro punto al centro della critica dell’opposizione del centrosinistra, evidenziato sia da Vannetti sia da Domenico Ponticelli, capogruppo di Colle per Vannetti Sindaco, riguarda le deleghe di giunta, definite dai due consiglieri ‘un vero spezzatino’. “Con gli stessi toni con cui ho condotto la mia campagna elettorale insieme alla mia coalizione - ha sottolineato Vannetti - sarà mia cura portare avanti insieme forma e sostanza”.
Enrico Galardi che, da consigliere anziano, ha presieduto la prima parte della riunione, fino al passaggio di testimone con Angela Bargi, ha offerto la propria disponibilità “Nello svolgimento di un ruolo dedicato, per il quale spesso non basta lo Statuto e occorre far ricorso al buon senso”. “Non importa la provenienza politica di chi riveste il ruolo di presidente - ha detto Galardi - importa la capacità di essere veramente super partes”.
“Ora un commento più politico - ha continuato -: noi non siamo stati coinvolti nella scelta se non nelle ultimissime ore. Cinque anni fa fummo accusati allo stesso modo da alcuni di quelli che oggi fanno la stessa cosa. Questo denota una scarsa volontà di collaborazione fin da subito. In termini politici rilevo come significativa l’elezione di una candidata a sindaco alle ultime elezioni. Si tratta di un evidente tentativo di riavvicinamento da parte della maggioranza verso una parte politica, grazie ai voti della quale questa maggioranza può oggi essere al governo. Lo dico per rispetto verso quei cittadini che hanno sostenuto una coalizione civica in realtà sempre meno civica”.
“Osservando la composizione della giunta mi viene in mente il manuale Cencelli - interviene, sempre per il Pd, Francesco Cavalieri -. Parlate di civismo ma in realtà avete messo insieme un sistema di pesi e contrappesi. Tra quelle annunciate per i consiglieri ho sentito parlare anche di una delega alla memoria storica. Non lo farete mai, ma credo che Riccardo Vannetti, per la sua storia personale e familiare, possa essere la persona più adatta a questo ruolo”.
“So perfettamente che sarebbe stato sufficiente un solo voto in più per governare - prende la parola Domenico Ponticelli, Colle per Vannetti Sindaco -. Ma come abbiamo visto dal risultato elettorale la nostra città è divisa esattamente a metà. Noi, da Statuto, abbiamo già il compito di controllare e vigilare. Sta alla maggioranza, nel momento in cui si richiede una opposizione collaborativa e costruttiva, fare in modo che possa esserlo veramente”.
Anche Ponticelli rileva come sia stato disatteso quanto promesso alla cittadinanza in campagna elettorale. “Avevate detto che eravate pronti a partire dal primo giorno, anche con il programma di mandato e che avreste fatto tutto fin da subito”. Per finire, si associa alla proposta di Cavalieri di nominare Riccardo Vannetti consigliere con delega alla memoria storica.
In foto: In seconda fila, Domenico Ponticelli (Colle per Vannetti Sindaco, per il PD: Riccardo Vannetti e Francesco Cavalieri