Massimiliano e la storia della sua arca chiamata 'Resilienza' costruita con 9.000 stuzzicadenti

Massimiliano e la storia della sua arca chiamata 'Resilienza' costruita con 9.000 stuzzicadenti
9.000 stuzzicadenti
All'interno dello scafo ha riprodotto il centro storico di Barberino Tavarnelle

La sofferenza può generare energia positiva e creativa, il sentimento si trasforma in qualcosa di concreto e strabiliante. E' l'incipit di una storia che nasce da un lutto importante, quello del padre, di Massimiliano Rinaldi 43enne di Barberino Valdelsa che per riuscire a superare il distacco dal genitore, ha riversato le sue capacità nella creazione di qualcosa di unico.

Come racconta lui stesso la morte del babbo, solo parente rimasto, lo ha portato ad affrontare un lungo periodo di sofferenza nel 2019, che lo ha di fatto chiuso in sé stesso. Da qui lentamente si è fatta largo l'idea di creare qualcosa di manuale e ricostruire il borgo natio.

E' stato come, spiega: “Una rinascita interiore che è cresciuta giorno dopo giorno spinta dal voler superare il momento difficile. La mia capacità manuale e la mia rapidità nell'apprendere negli anni mi ha portato a fare cose strane, come suonare non sapendo le note, creare facce dalle piante, e dipingere utilizzando i miei capelli, è stato facile intraprendere questa idea”. 

L'opera ha avuto slancio nel periodo del lockdown quando l'attività in cui lavora Massimiliano, magazziniere in un impresa, si è dovuta fermare. Con tutto quel tempo libero è stato automatico mettere in piedi questa grande arca con la ricostruzione del centro storico barberinese fatta attraverso 9mila stuzzicadenti.

Questa opera è come dice lui stesso: “Un messaggio di speranza e di fiducia per tutti, ognuno ha la forza dentro di sé per superare i momenti difficili, come ce l'ho fatta io ce la possono fare tutti. Riuscire a “buttare fuori” tutte le emozioni porta a far uscire anche tante qualità nascoste. Da qui il nome Resilienza a questa grande barca che trasporta e protegge Barberino”.

La barca è salpata come è giusto che sia per un viaggio, una rotta che l'ha portata ad “ormeggiare” presso una pizzeria del borgo, poi si sposterà in altri esercizi commerciali di alcuni amici di Massimiliano, un modo per dare la possibilità a tutti di poterla ammirare e di ringraziarlo per ciò che ha fatto. 

Salutando Massimiliano non si può che augurargli di riuscire indirizzare la sua vene artistica verso nuove opere, questa volta nate da emozioni e sentimenti positivi e da una innata creatività.

Filippo Landi 

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