Una mostra al Museo di Casole d’Elsa racconta la pittura di Amelia ed Emilio Ambron, amici del celebre pittore Giacomo Balla.
La famiglia Ambron dal 1922 iniziò a trascorrere lunghi periodi dell’anno nella tenuta di Cotorniano (Casole d’Elsa), alternando soggiorni anche a Roma nella villa ai Parioli e ad Alessandria d’Egitto dove gli Ambron si recavano per impegni di lavoro dell’ingegnere Aldo, marito della pittrice Amelia Almagià (Ancona, 1877 – Roma 1960) e padre di Emilio (Roma, 1905 – Firenze 1996).
Amelia era una straordinaria ritrattista come documenta in mostra il Ritratto della figlia Gilda, ma a Cotorniano l’allieva di Antonio Mancini, ha avuto modo di esprimersi anche come eccellente paesaggista, dipingendo in particolare i casali della tenuta e molti scorci della campagna toscana. Famosi sono i suoi carboncini realizzati per illustrare il volume Eremi senesi di Piero Misciattelli del 1937.
Una profonda amicizia legava Amelia a Giacomo Balla, in virtù di questo legame il noto artista futurista varie volte fu ospite a Cotorniano tra gli anni venti e trenta del Novecento. Questa frequentazione fu fondamentale per il giovane Emilio che mostrò da subito attitudini artistiche, tuttavia Balla lo indirizzò verso una pittura libera spingendolo a raggiungere la volumetria mediante l’accostamento di masse di colore.
Emilio nel corso della sua carriera sperimenterà molte tecniche: pittura, mosaico, scultura, ma il disegno resterà il mezzo espressivo a lui più congeniale come in mostra si potrà apprezzare nel disegno de La marocchina. Quest’opera insieme al Vecchio cinese e alla scultura in bronzo raffigurante uno Studio di nudo, documentano le note esperienze di viaggio di Emilio in Indonesia e in particolare a Bali.
Le residenze degli Ambron compresa quella di Cotorniano furono negli anni “cenacoli culturali” di grande importanza, luoghi di confronto e dibattito tra protagonisti della scena culturale dell’epoca tra i quali Giacomo Balla, Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Colacicchi, Mario Tozzi, Trilussa e Vincenzo Gemito. La sua amica e confidente Idanna Pucci definì Emilio “un maestro del disegno e cittadino del mondo”.