Intelligenza Artificiale, Bard: il nuovo chatbot sviluppato da Google

Intelligenza Artificiale, Bard: il nuovo chatbot sviluppato da Google
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Bard è solo uno dei tanti esempi di come l'IA stia diventando uno strumento sempre più presente e influente nella nostra quotidianità. Esploriamo le caratteristiche del nuovo modello firmato Big G

Sempre più spesso si sente parlare dell’impatto che l’Intelligenza Artificiale riveste in una vasta gamma di ambiti, diventando sempre più importante per molte industrie e settori rivoluzionandone alcuni aspetti. Insinuatasi silenziosamente nella quotidianità, l’IA è un campo in continua evoluzione e l’ultimo anno è stato significativo in termini di accelerazione tecnologica. Si pensi ai vari servizi di chatbot lanciati dagli attori principali del mercato tech (c’è chi pensa a ChatGPT e chi mente) e una delle ultime innovazioni in questo campo è Google Bard. Vediamo di cosa si tratta. 

Bard, il software di intelligenza artificiale generativa di Google 

“Bard: il tuo collaboratore creativo per liberare la tua immaginazione, migliorare le tue produttività e dare vita alle tue idee”. È così che si presenta il nuovo chatbot di Google arrivato a luglio in Italia. Si tratta di un’IA generativa sperimentale con cui poter “collaborare” ed è disponibile in più di 40 lingue ed è accessibile in più di 230 paesi e territori. L’IA di Google si basa su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM, Large Language Model) pre - addestrato su una serie di dati provenienti da fonti disponibili pubblicamente.

Bard si avvale dell’intelligenza artificiale per elaborare e fornire risposte conversazionali su richiesta dell’utente e trattandosi di un’IA generativa Bard impara dagli input; dunque, attraverso feedback continuerà a migliorare sempre di più. Bard è ancora in fase di sviluppo, e a questo proposito è possibile che alcune informazioni fornite non siano del tutto precise. Per ovviare a questa probabile criticità l'azienda di Mountain View ha inserito il pulsante Cerca su Google, in modo da controllare le risposte di Bard con risultati di ricerca pertinenti. Per rendere Bard un’esperienza più sicura Google usa dei classificatori per comprendere sia la richiesta dell’utente che la risposta fornita da Bard, come filtri per evitare l’incitamento all’odio nelle risposte, misure per gestire le informazioni degli utenti in modo responsabile. In questo scenario però, a detta di Google, è l’utente ad avere il controllo delle attività avendo la possibilità di eliminare le attività di Bard in qualunque momento alla pagina g.co/bard/myactivity.

Funzionalità e approccio all’IA 

Dal suo lancio avvenuto a febbraio, vengono aggiunte sempre più funzionalità come, ad esempio, partendo dalle prime introdotte per giungere agli ultimi aggiornamenti, la possibilità di ascoltare le risposte e cambiare il tono e lo stile delle stesse in base a cinque opzioni diverse: semplice, lunga, corta, professionale o informale. In termini di aumento della produttività è possibile fissare, organizzare e modificare le conversazioni o usare le immagini nei prompt. Soluzione resa possibile attraverso la potenza di Google Lens portata direttamente in Bard, e a seconda della necessità il chatbot le analizzerà per aiutarvi. Inoltre, è possibile condividere le interazioni con Bard attraverso i link condivisibili o esportare linee di codice: “la nuova funzionalità permette di esportare codice Python in Replit, oltre che in Colab”. Per quanto riguarda la condivisione di risposte, è in sviluppo il processo di facilitazione della continuazione di conversazioni altrui con Bard. Così, quando qualcuno condivide una chat con Bard tramite un link pubblico sarà possibile continuare la conversazione e fare a Bard ulteriori domande sull'argomento trattato o altrimenti utilizzarla come punto di partenza per nuove idee. 

Bard è inoltre connesso ai servizi e alle app Google, “con le estensioni - illustrano i tecnici di Google - può trovare e mostrare informazioni pertinenti recuperate dagli strumenti Google che utilizziamo quotidianamente, ad esempio Gmail, Documenti, Drive, Maps, YouTube, Google Voli e Hotel, anche quando le informazioni che vi servono sono in più app e servizi”. E in termini di dati aggiungono: “Ci impegniamo a proteggere le vostre informazioni personali. Se decidete di usare le estensioni Workspace, i vostri contenuti di Gmail, Documenti e Drive non vengono visti da revisori esterni, né usati da Bard per mostrarvi annunci, né usati per addestrare il modello di Bard. E naturalmente, avete sempre il controllo delle vostre impostazioni di privacy quando dovete decidere come usare queste estensioni, e potete disattivarle in qualsiasi momento”.

In riferimento alle rigide regolamentazioni dell’UE nella nota di Google si legge: “In linea con il nostro approccio ambizioso e responsabile all’IA […] ci siamo confrontati proattivamente con esperti, legislatori ed enti regolatori riguardo a questa espansione. Continueremo a seguire i nostri Principi sull'IA, a incorporare i feedback degli utenti, e ad adottare misure per proteggere i dati e la privacy delle persone”.

“Tutte queste nuove funzionalità - aggiungono i tecnici - sono possibili grazie agli aggiornamenti che abbiamo apportato al nostro modello PaLM 2, il nostro modello più efficace finora”. Partendo dai feedback degli utenti sono state applicate tecniche di apprendimento per rinforzo (reinforcement learning) per addestrare il modello a essere più intuitivo e creativo. 

Insomma, Bard è solo uno dei tanti esempi di come l'IA stia diventando uno strumento sempre più presente e influente nella nostra quotidianità. Jaron Lanier, guru del tech, ha sottolineato in un recente articolo la spinta a ripensare l’IA, definendola come “forma innovativa di collaborazione sociale” e se è vero che Bard si propone come “collaboratore creativo” è anche vero che “il modo più semplice per gestire male una tecnologia è fraintenderla” per citare Lanier. Per questa ragione, anche se c’è chi pensa ad un salto quantico in termini di sviluppo dell’IA considerato che quest’ultima sta diventando uno strumento sempre più pervasivo, spesso in modi sottili e inaspettati, avere un minimo di conoscenza di cosa può e cosa non può fare è utile per sfruttare al meglio le opportunità che si presentano, soprattutto per coloro che dipendono dall'uso di Internet per lavoro.

Contenuto a cura di Cybermarket Web & Digital Agency

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