In Dune Buggy da Vinci a Capo Nord: un viaggio che potrebbe entrare nei record

In Dune Buggy da Vinci a Capo Nord: un viaggio che potrebbe entrare nei record
in dune buggy a capo nord
A poche settimane dal loro ritorno in Italia, l'intervista ai due temerari Stefano Bochicchio e Francesco Pucci, per aver intrapreso ''una zingarata'' attraversando più di metà Europa

Sono rispettivamente Stefano Bochicchio, 33 anni di Vinci, proprietario della vettura e Francesco Pucci, insegnante di chitarra del primo, 39enne di Limite ad aver compiuto, come l’hanno chiamata loro, la “zingarata” da Vinci fino ad arrivare a Capo Nord, a bordo della storica vettura Dune Buggy, che tutti conosciamo per il film “Altrimenti ci arrabbiamo”. Non è un caso che Stefano faccia parte tra l’altro della “I love K1 band”, tribute band delle colonne sonore dei film di Bud Spencer e Terence Hill, arrivando tutte le sere dei live a bordo della Dune Buggy.

Un viaggio che li ha visti partire l’11 agosto per attraversare Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia, e che potrebbe farli entrare nei record dei viaggi a bordo di una vettura storica fino a Capo Nord, contendendo l’impresa con un altro viaggiatore, Gianni Morandi, amante di auto d’epoca di Poggibonsi. Un racconto fatto di amicizia, di voglia di scoprire il mondo e di spirito di adattamento, che ha portato i due amici a fare il loro primo viaggio all’estero a bordo della Dune Buggy, “questa volta abbiamo fatto le cose in grande”, ci dice Francesco.

Com’è nata l’idea di compiere un viaggio di questo tipo? Sapete che potreste entrare anche nei record?

Questo è stato il nostro primo viaggio all’estero in Dune Buggy. Il viaggio verso Capo Nord è abbastanza inflazionato e abbiamo scoperto che in molti sono stati con un mezzo d’epoca fin là, con la vespa, con l’ape. E poi abbiamo scoperto anche di avere una sorta di “antagonista” di Poggibonsi, Gianni Morandi, che ha intrapreso il viaggio con una macchina degli inizi del ‘900, con il quale è nata una piccola diatriba, dopo l’uscita delle prime notizie sul nostro viaggio. E’ una cosa su cui ci piace scherzare sopra e, anzi, speriamo di andare a cena tutti insieme prima o poi.

L’idea è nata dopo tanti anni di zingarate; ci svegliavamo al mattino prendendo strade a caso senza sapere dove stavamo andando o con mete decise all’ultimo minuto o con nomi strani. Ne abbiamo fatte almeno sei di gite di questo tipo. E niente, in questi mesi abbiamo deciso di fare l’impresa definitiva e ci siamo detti: “Perché non andiamo a Capo Nord questa volta?”, e così è stato. E da lì è partita tutta l’organizzazione.

Quanto tempo ci avete messo per organizzare la partenza?

Ci abbiamo messo un anno per sistemare al meglio la macchina e prepararla per un viaggio così lungo. A volte ci ha fatto fermare anche il cuore perché sentivamo odore di bruciato dalla frizione, ogni tanto non voleva ripartire, ma insomma alla fine è andato tutto bene. Ce l’abbiamo fatta!

Curiosa anche la scelta dell’itinerario…

Sì abbiamo deciso di fare tutto su strada, in modo ferreo. Non abbiamo preso traghetti, ma percorso ponti, in particolare nel tratto di collegamento tra la Danimarca e la Svezia.

All’andata abbiamo trovato un buon tempo, mentre al ritorno ce la siamo vista brutta, perché abbiamo trovato pioggia, ma soprattutto molto vento e con una macchina piccola come la Dune Buggy con la cappotta che sembra quasi una vela, le raffiche forti di vento non sono proprio l’ideale e io (Francesco) per tenere la macchina dritta dovevo spostare tutto il peso sulla destra.

Una vera e propria avventura. Nella penultima tappa prima di arrivare a Capo Nord, eravamo in Svezia e dovevamo passare per un pezzo della Finlandia, siamo partiti dall’albergo che erano le sette, e nel giro di 50 chilometri, in venti minuti poco più, erano le otto, oltrepassato di nuovo il confine, arrivati in Norvegia sono tornate di nuovo le sette. In una manciata di chilometri abbiamo viaggiato nel tempo. Alla fine siamo tornati un’ora prima, sembrava di essere in "Ritorno al futuro”. Come fanno a non fare confusione con gli orari quando devono andare a lavoro?

Arrivati a Capo Nord avete lasciato un vostro segno? Un ricordo?

Sì, giustamente Francesco essendo di Limite sulla’Arno ha lasciato un adesivo dei Canottieri che gli avevano dato prima di andare via, mentre io (Stefano) ho fatto le foto con la maglietta data dagli amici. Ovviamente no sul mappamondo altrimenti rischi il taglio delle mani, ma sulla freccia che indica il nord.

Quali sono state le tappe e i luoghi che vi sono piaciuti di più?

Su questo i gusti sono molto soggettivi, a me è piaciuta Amburgo, città molto notturna piena di locali e gli ultimi cento chilometri prima di arrivare a Capo Nord. C’è un paesaggio che non vedi nel resto dell’Europa, una strada nel mezzo e intorno niente, che assomiglia un po’ alla route 66, sembra lunare, verde infinito, costeggi il mare, quattro casette di legno colorate e sperdute, con le renne che attraversano in continuazione. Arrivato al punto finale c’è questo mare che abbiamo visto col tramonto, davvero suggestivo. Anche a Francesco è piaciuto questo tratto di strada, mentre per il resto molto la Danimarca, che sembra a metà tra la cultura inglese e quella scandinava.

Tra andata e ritorno abbiamo visto una ventina di città partendo da Innsbruck. Molto diverse rispetto alle nostre italiane, ma posti comunque che hanno un proprio fascino.

Ci ha colpito molto la Svezia perché sembra davvero un paese Ikea, molto modulare, fatto su misura, con negozi e centri città tutti uguali. Un viaggio comunque stupendo, del quale però non rimpiangiamo assolutamente la pasta fatta al volo fuori dalla macchina, con i sughi pronti cotta su di un fornello da campeggio per risparmiare almeno sui pasti, perché rispetto ai locali italiani al nord Europa mangiare fuori è quasi proibitivo e la scelta era davvero poca. Anche i musei o la benzina per esempio, soprattutto in Norvegia sono davvero cari. E siamo riusciti a trovare una pizza con miele, ricotta e pera. Un’esperienza unica!

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