A partire dal 6 Marzo 2024, Google ha reso obbligatoria l’attivazione del suo Google Consent Mode v2, un framework che aiuta gli inserzionisti a ottenere una panoramica più chiara sull’andamento delle loro campagne pubblicitarie e migliora le conversioni e le statistiche. Google Consent Mode v2 è una diretta conseguenza del nuovo Digital Markets Act (DMA), la legge europea che mira a contenere la posizione di prevalenza delle grandi piattaforme all’interno del panorama digitale. In questo articolo, spieghiamo cos’è Google Consent Mode, cosa cambia con la nuova versione e chi deve attivarlo.
Che cos’è Google Consent Mode?
La prima versione di Google Consent Mode risale al 2020 e l’obiettivo del framework era sempre lo stesso: fornire agli inserzionisti una panoramica più chiara sulle conversioni. Infatti, il punto di forza di Google Consent Mode sta proprio nelle cosiddette conversioni modellate.
La normativa europea richiede di utilizzare un banner di consenso per l’installazione dei cookie e, se l’utente non presta il consenso, i cookie che non sono essenziali al funzionamento del sito web devono essere bloccati. Tra questi, ci sono i cookie per finalità pubblicitarie e statistiche, che aiutano gli inserzionisti a raccogliere informazioni importanti sugli utenti e sull’andamento delle loro campagne.
Con Consent Mode, Google colma le lacune che possono derivare dal rifiuto dei cookie attraverso dei modelli comportamentali e di conversione - le conversioni modellate, appunto. Quindi, se l’utente accetta i cookie, il tracciamento dell’utente avviene normalmente. Se invece l’utente rifiuta i cookie, Google utilizzerà l’intelligenza artificiale e i dati di marketing aggregati per recuperare informazioni sull’andamento delle campagne e fornire agli inserzionisti un quadro più dettagliato, sempre rispettando la privacy degli utenti.
Cosa cambia con la nuova versione?
La versione 2 di Google Consent Mode si è resa necessaria dopo l’approvazione del Digital Markets Act (DMA), la normativa europea che vuole garantire una concorrenza più equa nei mercati digitali. Il Digital Markets Act ha identificato le grandi piattaforme digitali che operano come gatekeeper - ossia le piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso al mercato in cui operano - e ha chiesto loro di implementare delle misure per limitare questa posizione di prevalenza. Uno dei gatekeeper è Alphabet, la casa madre di Google, che ora è tenuta ad adeguarsi a un nuovo insieme di regole relative alla pubblicità, al consenso e ai dati in generale.
In particolare, la precedente versione di Google Consent Mode si basava unicamente su due tag (analytics_storage e ad_storage) che regolavano l’installazione dei cookie per fini pubblicitari e statistici e la raccolta dei dati. La versione 2, invece, aggiunge due nuovi tag (ad_user_data e ad_personalization) che stabiliscono se i dati raccolti possono essere effettivamente usati e condivisi con Google.
Chi deve attivare Google Consent Mode e come farlo?
Al momento, Google Consent Mode v2 è necessario per continuare a utilizzare delle specifiche funzionalità di Google, quando si verificano entrambi le seguenti condizioni:
Si utilizza una funzionalità Google come la misurazione del pubblico in Google Analytics, il remarketing in Google Ads o Floodlight in Search Ads 360.
Si opera nello Spazio Economico Europeo (SEE).
Se non fai attività di remarketing oppure non utilizzi la misurazione delle conversioni, puoi continuare a utilizzare le piattaforme Google senza adottare Consent Mode.
Per attivare Google Consent Mode, Google consiglia l’utilizzo di una piattaforma di gestione del consenso (consent management platform) che sia stata certificata come “CMP Partner di Google”. Queste piattaforme rendono l’implementazione più semplice e ti garantiscono un supporto migliore. Tuttavia, puoi anche scegliere un’implementazione manuale, anche se più complessa dal punto di vista tecnico.
Quali sono le conseguenze del mancato adeguamento?
Senza Google Consent Mode si perde l’accesso ad alcune funzioni di base, come il remarketing. Infatti, senza l’invio dei segnali di consenso a Google, non sarà più possibile raccogliere nuovi dati per fare remarketing. Inoltre, è possibile che entro fine anno Google estenda questo requisito anche alla misurazione delle conversioni in Google Analytics.
Infine, Google ha reso più severa l’applicazione delle sue Norme relative al consenso degli utenti dell’UE, per cui i segnali di consenso ai cookie sono obbligatori per continuare a utilizzare le sue piattaforme. Queste norme non sono altro che l’allineamento di Google con la normativa europea, quindi senza il consenso degli utenti stai anche violando il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), esponendoti a rischi e sanzioni.