Colle di Val d'Elsa, il centrosinistra: ''Manca un progetto per la città''

Colle di Val d'Elsa, il centrosinistra: ''Manca un progetto per la città''
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I quattro consiglieri di opposizione stigmatizzano, in un incontro molto partecipato, la povertà dei contenuti e delle modalità per renderli concreti del documento con le linee programmatiche della giunta

Qual è il progetto di città di questa amministrazione? Dalle linee programmatiche della Giunta non esce un’immagine nitida di quale si vuole che sia la Colle del futuro. I consiglieri comunali del Centrosinistra (“l’unica opposizione - ha precisato il capogruppo Pd Riccardo Vannetti - dal momento che la destra si astiene o vota sì”) si sono confrontati con i cittadini e le cittadine presenti alla serata espressamente dedicata all’interno della Festa dell’Unità in corso a Gracciano fino a domenica 15 settembre. 

Un evento molto partecipato che ha riscosso grande attenzione da parte dei presenti, cosa niente affatto scontata, tanto che i consiglieri si sono assunti l’impegno di continuare a proporre serate itineranti di confronto nei quartieri e nelle frazioni, per informare la cittadinanza e per raccogliere problematiche e proposte da portare nell’aula comunale. L’incontro pubblico, seguito alla seduta consiliare di pochi giorni prima nella quale si è dibattuto sulla decisione di non discutere pubblicamente le linee programmatiche dell’amministrazione, perché già fatto con le commissioni, moderato da Annarita Aceto e introdotto da Agnese Vannetti, ha permesso di fare il punto sulle modalità, e le difficoltà, di fare opposizione oggi all’interno dell’amministrazione comunale di Colle di Val d’Elsa. 

Mi è sembrato alquanto strano che non venissero presentate le linee programmatiche dal sindaco in consiglio comunale - ha detto Riccardo Vannetti - e oltre a fare un mea culpa, essendo stato io assente dalle commissioni, ho anche voluto ricordare alla giunta tutta e al primo cittadino che di fatto le commissioni sono un ambito privato, mentre il consiglio è l’agorà pubblico a cui chiunque può accedere personalmente o digitalmente. Inoltre la registrazione rimane agli atti e quello che si dice in consiglio fa parte del consiglio. Ho mostrato la mia perplessità - ha continuato Vannetti - anche perché coloro che per mesi ci hanno detto che dal primo giorno sarebbero stati pronti a girare la chiave e far partire la macchina, ci hanno presentato le loro linee programmatiche a oltre 60 giorni dal loro insediamento e nel chiuso di una riunione delle commissioni. L’ho trovato molto aleatorio”.

Se veramente si tiene alla città - ha aggiunto il capogruppo Pd in consiglio comunale - non vedo quale sia il problema di fare una sintesi e presentare quel documento programmatico di 30 cartelle. Nel corso della seduta non sono entrato nel merito, perché non era il mio compito in quel momento, perché il Sindaco non aveva ancora affrontato l’argomento. Ho però denunciato il metodo, perché il primo punto fondamentale da noi portato avanti in campagna elettorale era la trasparenza e non è possibile che le linee programmatiche di un governo, una giunta, appena insediata, non vengano presentate pubblicamente. Non avrei rinunciato alla trasparenza se avessi governato la città, figuriamoci ora. 

Qualsiasi decisione sia stata presa in commissione, cioè in ambito privato, non mi interessa”. Anche Enrico Galardi era stato giustamente critico in consiglio. “Dopo 60 giorni - ha detto - mi sarei aspettato un documento diverso. Questa è una lista di desideri. C’è stato un processo di partecipazione? Non ne ho notizia. Perché non lo avete presentato nel secondo consiglio? Non si legge nulla in merito al ruolo di Colle di Val d’Elsa nel contesto regionale e nazionale, a parte i toni campanilistici. Mancano le politiche di area e questo è dovuto al grosso limite della coalizione civica. Nelle sedi sovraordinate le scelte non vengono prese in base al campanilismo, ma su linee politiche”.

Ci invitate a discutere nelle Commissioni - ha chiosato Francesco Cavalieri -, ma purtroppo per i prossimi cinque anni avremo solo queste le occasioni del consiglio comunale per dire la nostra. Quindi la discussione io la farò in consiglio comunale che è l’organo preposto a questo, non nelle commissioni. Nelle commissioni chiederò chiarificazioni, spiegazioni sui documenti, poi li discuterò in consiglio comunale perché questo è l’organo in cui si fa”. 

Nelle linee programmatiche manca il Progetto di città - ha detto il capogruppo di Colle per Vannetti Sindaco, Domenico Ponticelli - non è possibile cogliere priorità, fasi di esecuzione e previsione finanziaria per la realizzazione dei progetti in esse contenute. Il documento si riduce per lo più a elenchi di desiderata, senza un progetto unitario. Giorgio La Pira - ha continuato Ponticelli - diceva che ‘una città non può essere solo amministrata e basta… bisogna darle un compito, altrimenti muore’. Ecco, a me sembra che ci siano tanti compiti da fare, ma manca il Progetto, manca la Visione, manca la Meta verso cui si vuole portare la nostra città”. Ponticelli indica in particolare lo spazio dedicato alla cultura e al turismo. “A questi due importanti volani sono dedicate otto righe al netto dell’elenco delle cose da realizzare. Per una città come Colle, storicamente a vocazione culturale, e che negli ultimi anni ha intensificato e avviato una particolare forma di vocazione turistica, più di qualità, lenta, non sono le 8 righe che deludono, potevano essere meno o di più, ma la mancanza di proposte innovative che era legittimo aspettarsi sia dopo 60 giorni dall’insediamento, che alla luce delle grandi potenzialità di Colle di Val d’Elsa. Quelle presentate nelle linee programmatiche sui temi sopra indicati, eccezion fatta per alcune iniziative già intraprese dalla precedente Amministrazione Donati, difettano per originalità e prospettive. E questo trend si riscontra in molti altri punti delle predette linee, costituendone la cartina di tornasole”.

I consiglieri hanno concluso ribadendo il forte senso di responsabilità sentito nei confronti della cittadinanza che ha espresso la propria preferenza per la coalizione Vannetti Sindaco (facendole ottenere il 48 per cento dei voti al ballottaggio).  “Siamo in quattro a rappresentare quasi la metà della città - ha concluso Riccardo Vannetti - e siamo l’unico argine che c’è per tenere a bada quella Corazzata Potemkin. Noi oggi abbiamo pochissime armi a disposizione per portare avanti il nostro progetto ma le useremo tutte, sempre con correttezza e coerenza”.

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