La Regione Toscana si mobilita in risposta al grido di allarme degli agricoltori toscani, che nei giorni scorsi erano tornati a sollevare il problema delle coltivazioni attaccate dai cinghiali.
La Toscana un piano straordinario di prelievo già ce l’aveva, adottato nel 2022 per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina, aggiornato a dicembre del 2023. I cinghiali sono infatti un vettore della malattia.
“Con la delibera approvata nella seduta di giunta di stasera (8 luglio ndr) introduciamo alcune novità - spiegano il presidente della Toscana Eugenio Giani e la vice presidente, con delega all’agricoltura, Stefania Saccardi – La prima e più importante riguarda un primo stanziamento di 20 mila euro destinato all’acquisto di celle frigorifere e allestimento di centri di raccolta della selvaggina, senza di cui abbattere i cinghiali risulta complicato se non impossibile”. “Si tratta di un contributo destinato agli ambiti territoriali di caccia – proseguono Giani e Saccardi – e di questi primi ventimila euro quindicimila saranno indirizzati agli Atc che hanno uno o più comuni in zone di restrizione 2 e 1, collegate al rischio di peste suina, e cinquemila agli Atc confinanti”. Allo stato attuale saranno pertanto indirizzati alle province di Massa Carrara e Lucca.
Una seconda novità riguarda la possibilità, per le imprese agricole, di poter usare propri dipendenti cacciatori per l’abbattimento dei cinghiali nei terreni di proprietà: su delega ed autorizzazione della polizia provinciale e in area interessate dalla peste suina e non vocate, come le aree agricole. Fino ad oggi la possibilità riguardava solo i proprietari e conduttori dei terreni.
Nella delibera si ribadisce che proprietari e dipendenti possono sempre intervenire come partecipanti agli interventi di controllo e contenimento in ambito urbano. C'è anche un richiamo, nel testo licenziato dalla giunta, alle polizie provinciali, che devono rispondere alle richieste di intervento entro ventiquattro ore.
“Con questa delibera – concludono Giani e Saccardi – pensiamo di aver dato una risposta concreta alle preoccupazioni degli agricoltori”.