Uno dei trend predominanti dell’ultimo periodo che ha finito per incidere sulla scena tech è il tanto discusso e acclamato nuovo software di Intelligenza artificiale ChatGPT, rilasciato da OpenAI. Un fenomeno dirompente che sta facendo tanto parlare di sé, sia in termini di vantaggi che in termini di rischi. Per comprendere a pieno il coinvolgimento che il modello di linguaggio innovativo ha generato, vediamo più da vicino le caratteristiche del software, il suo utilizzo ed il futuro che gli orbita intorno.
Che cos’è ChatGPT:
ChatGPT, acronimo di Chat Generative Pre-Trained Transformer, è il nuovo chatbot che ha conquistato internet. Rilasciato da OpenAI, un’organizzazione di ricerca sull’AI volta a promuovere e a sviluppare Friendly AI, si configura come modello di linguaggio innovativo capace di comprendere il contesto di una conversazione e generare, grazie alla mole di dati di cui dispone, risposte coerenti e pertinenti alle richieste degli utenti.
Ci si interroga costantemente sul potenziale dell’intelligenza artificiale soprattutto rilegata all’ambito conversazionale tanto che negli ultimi anni non mancano piattaforme sviluppate che si avvalgono di chatbot in grado di comprendere e rispondere agli input (prompt) esterni provenienti dal linguaggio naturale. In termini conversazionali, ChatGPT è in grado di fornire un livello di comunicazione che si avvicina a quello degli umani, se non addirittura emulandolo alla perfezione. Ragione che ha schierato sullo stesso fronte scuole ed università negli USA, le quali hanno cominciato a vietare l’avvalersi di AI, come ChatGpt, in quanto in grado di elaborare testi strutturalmente e grammaticalmente identici a quelli di natura umana. Come? Si tratta di Natural Language Processing. ChatGPT si avvale di una combinazione di machine learning e deep learning per comprendere il contesto da cui originano le conversazioni e generare conseguentemente risposte naturali. In aggiunta, impara dalle conversazioni che intrattiene con gli utenti fornendo risposte sempre più personalizzate, imparando.
Come utilizzare ChatGPT?
Per cominciare, bisogna collegarsi a chat.openai.com, cliccare prima su Try ChatGPT poi sul bottone Sign up. In seguito, occorrerà registrarsi o tramite l’impiego della propria mail oppure utilizzando l’account Microsoft. Completata la fase di registrazione, ChatGPT sarà pronto per le domande. La homepage presenta alcuni esempi del suo utilizzo, come “Spiegare l'informatica quantistica in termini semplici” o “Come si fa una richiesta HTTP in Javascript?” ma anche le sue capacità come ricordare ciò che l'utente ha detto in precedenza durante la conversazione, consentire all'utente di fornire correzioni successive ed è inoltre formato a rifiutare richieste inappropriate. Tuttavia, elenca anche quelle che sono le sue limitazioni: può generare informazioni non corrette, può occasionalmente produrre istruzioni pericolose e la conoscenza è limitata agli eventi del 2021. Comunque, scorrendo la lista di cose che il chatbot è in grado di fare non si può non rimanere “sconvolti”. ChatGPT è in grado di scrivere contenuti sui social media, scrivere linee di codice, articoli, riassunti, traduzione di testi e si potrebbe continuare ancora con qualche stringa di testo. Sembrerà di avere un assistente personale multiforme, con diverse professioni al suo seguito.
Vantaggi, preoccupazioni e futuro
Da quando ha “varcato le soglie del web” ChatGPT sembra essere inarrestabile, sia dal punto di vista di chi crede sia utile per le attività quotidiane sia per i più scettici in merito agli effetti dannosi che il sistema potrebbe avere sulla società, ad esempio “potrebbe rendere molto più facile per gli studenti imbrogliare nei test e nei compiti a casa che richiedono risposte scritte”. Questo perché, come riportato in precedenza, ChatGPT si avvale di un gigantesco campione di testo proveniente da Internet ed è in grado di generare testi dettagliati che, a detta di molti, sono incredibilmente simili a quelli umani.
Attualmente l’accesso a ChatGPT è disabilitato per gli utenti in Italia su richiesta del Garante per la protezione dei dati personali. La contestazione del garante muove da quattro motivi, ovvero la mancata informativa relativa al trattamento dei dati, l'uso senza consenso di dati personali per l’addestramento dell’algoritmo, risposte con errori dai quali si configura anche un trattamento di dati personali inesatto e l'assenza di un filtro che controlli l’età di chi utilizza il chatbot. Il blocco, però, non ha fermato i suoi "sostenitori" più fedeli, i quali hanno trovato la soluzione per poterlo aggirare continuando ad usufruire dei servizi attraverso virtual private network (VPN) in grado di far rimbalzare la connessione su altre reti fuori dall'Italia aggirando così il blocco.
Dunque, se da una parte, si configura come uno strumento in grado di fornire un'esperienza più efficiente e personalizzata ai clienti, automatizzando i flussi di lavoro e aumentando la produttività per le aziende, d’altra parte la sua caratteristica “rivoluzionaria” ha messo in allerta quanti credono che sia più dannoso che proficuo poiché, come si è potuto verificare, i suoi sistemi di controllo possono essere aggirati con qualche trucchetto. Per il resto le carte sono ancora in tavola, bisognerà aspettare per capire come evolveranno le posizioni.
Contenuto a cura di Cybermarket Web & Digital Agency