Le cause che hanno generato l’inflazione, ovvero rimbalzo economico post pandemico e crisi energetica conseguente alla guerra, si sono esaurite ma a ciò non corrisponde la discesa dei prezzi, a partire da quelli dei beni di prima necessità, delle bollette e delle materie prime, a causa della speculazione finanziaria.
L’inflazione ha un’incidenza lineare e i più colpiti sono i redditi da pensione e da lavoro dipendente e le piccole Partite iva, i c.d. prestatori d’opera ormai diffusi in tutti i settori.
Allo stesso tempo assistiamo ad un aumento consistente dei dividendi per gli azionisti e dei profitti delle imprese.
In Italia si registrano le dinamiche salariali più basse d’Europa negli ultimi 30 anni. Nonostante i salari crescano del 3,1% nei primi 6 mesi del 2023, grazie ai rinnovi dei CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro), il rapporto prezzi (IPCA*)-salari ha un saldo negativo del 6,2%.
Va ricordato che il 57% dei lavoratori dipendenti ha il CCNL scaduto mediamente da 2 anni, e 2 milioni e 700mila di loro hanno una paga oraria inferiore a 9 euro lorde, anch’essi facenti parte del c.d. ‘lavoro povero’.
A Siena il reddito medio lordo è di 25.000 euro per gli uomini e 18.000 euro per le donne, il ‘gender gap’, ovvero il divario di genere, è evidente ed è frutto sia della differente retribuzione a parità di mansione che per la tipologia di rapporto di lavoro, spesso part time ed anche involontario.
Per i lavoratori dipendenti della provincia, considerate tutte le tipologie di assunzione, la media delle giornate retribuite in un anno è di 82, che significa solo 4 mesi di lavoro a tempo pieno.
Non se la passano bene nemmeno i pensionati, le pensioni medie in provincia di Siena si attestano sui 1.090 euro lordi, per le donne non arrivano a 600 euro, un 45% in meno di media.
L’insieme degli aumenti inflattivi determina una perdita di poco meno di 2 mensilità annue. Per recuperare questo differenziale è necessario rinnovare i CCNL con aumenti economici adeguati e rivalutare le pensioni più basse, adottare politiche fiscali proporzionali e progressive con un intervento energico sull’evasione e sull’elusione fiscale, sui redditi alti, sulle rendite e sugli extraprofitti. Il Governo evidentemente punta sulle entrate una tantum, tagli alla spesa pubblica e condoni.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro nell’ultimo anno sono state registrate 20.733 assunzioni così distribuite:
| Tempo indeterminato | Tempo determinato | Apprendisti | Stagionali | Somministrati | Intermittenti |
2022/2023 | 5.019 | 16.254 | 1.611 | 8.167 | 3.880 | 6.550 |
2021/2022 | 3.525 | 13.690 | 1.466 | 4.249 | 3.522 | 5.233 |
L’82% degli avviamenti al lavoro è precario, cioè non a tempo indeterminato, il crollo strutturale dell’apprendistato come contratto di ingresso prosegue, crescono in maniera preoccupante il lavoro intermittente e il tempo determinato, entrambi +20%, e rispetto all’anno precedente raddoppiano gli stagionali. Si verifica un’ulteriore riduzione complessiva della durata dei contratti soprattutto nei settori turismo-ristorazione-servizi.
I dati occupazionali complessivi segnano un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente, ma diminuisce la massa salari del 1,1% e le retribuzioni del 4,9%, tutto ciò si traduce in una generale riduzione della qualità del lavoro.
Il tasso di disoccupazione è al 4,5%, un calo continuo che però non si trasforma in occupazione ma in incremento degli inattivi, arrivati al 27,7% (fascia 15-64 anni).
In questo quadro le previsioni per l’economia senese, in evidente espansione nel 2022 con l’export che registrava un +36,3% e un valore aggiunto al 4,4%, annunciano una pesante flessione nel 2023 con l’export a -2,5% e il valore aggiunto al -0,9%, dovuta al calo di mercato e degli investimenti.
Altra debolezza delle nostre imprese per la crescita occupazionale e per l’innovazione è nei numeri: il 48,2% delle imprese è individuale e il 27,6% è società di capitali, con il dato in calo.
Al quadro complessivo sopra descritto sulla perdita del potere d’acquisto per i redditi da lavoro dovuta all’inflazione, per tutti coloro che non hanno una casa di proprietà si aggiungono gli effetti dell’adeguamento Istat dei canoni di locazione, che da gennaio 2022 ad oggi registra un +15%, e dell’aumento dei tassi sui mutui, soprattutto quello variabile arrivato al 4,25%. Es. da gennaio 2022 la rata da 694 euro di un mutuo a tasso variabile a 20 anni da 160.000 euro è passata a 982 euro odierni, con un aumento complessivo del 41,6%.
Va sottolineato inoltre che in provincia di Siena i nuclei familiari con ISEE sotto i 16.500 euro, ovvero coloro che possono accedere alle case popolari, sono 17.797 e che gli alloggi popolari sono 2.594.
Infine cresce la popolazione in povertà, che ora comprende anche lavoratori e pensionati che prima non avevano bisogno di chiedere aiuto ad esempio alla Caritas. In provincia di Siena si registra nell’ultimo anno un incremento di pasti, da 10.000 a 17.500, e di pacchi alimentari, da 4.000 a 6.500.
E’ anche per tutte queste criticità che si riscontrano a livello locale, ma naturalmente anche nazionale, che in provincia di Siena abbiamo registrato, dopo le oltre 300 assemblee territoriali, nei luoghi di lavoro e tra i pensionati e le pensionate, con oltre 4.000 partecipanti, una forte adesione alle motivazioni che porteranno in piazza a Roma sabato prossimo la Cgil e le associazioni che hanno aderito al Comitato senese “La Via Maestra-Insieme per la Costituzione”: 15 pullman, alcune carrozze del treno speciale ed alcune auto che porteranno la presenza senese a circa 800 persone, la seconda in Toscana, per la giustizia sociale, contro le disuguaglianze.
Fonte: Fabio Seggiani, Segretario Generale CGIL Siena