“Da quando sono entrato a far parte del gruppo dei volontari del Pranzo dei Bifolchi, ormai da alcuni anni, sono sempre stato in cucina, mai a sedere a tavola, amo mettermi a disposizione della mia comunità e adoperarmi ai fornelli per attuare questa tradizione antichissima che gli abitanti di San Donato in Poggio portano avanti con grande passione e rispetto per il passato, conoscere le nostre radici ci aiuta a essere cittadini più consapevoli, responsabili e inclusivi”.
Nasce come espressione della cultura religiosa, legata al rituale dei fedeli della Madonna di Pietracupa e si sviluppa e cresce ormai da quasi 500 anni come autentica occasione di convivialità, esperienza di condivisione in cui i 200 invitati che si ritrovano nelle antiche cucine del Santuario di Pietracupa creano un ponte ideale, animato dal dialogo e dall'incontro intergenerazionale, sintetizzano i valori più profondi della cultura di comunità.
Con qualche battuta a caldo, espressa al termine del pranzo dei Bifolchi che si è tenuto ieri nei locali del Santuario rinascimentale, Emiliano Parti, insieme agli amici cuochi, tutti rigorosamente uomini e sandonatini doc che dalla mattina, alle prime ore dell'alba, si ritrovano per iniziare la lunga preparazione del pranzo in cui ogni portata è realizzata manualmente, ben sintetizza il cuore della iniziativa che quest'anno in modo particolare ha felicemente assistito al passaggio del testimone con il coinvolgimento dei più giovani. “Il gruppo dei cuochi e dei volontari che operano in cucina e danno una mano fra i tavoli comprende decine di persone, dai 16 agli 85 anni, - aggiunge Gianni Cini - ed è questa la risorsa più preziosa che sta gradualmente attirando l'attenzione dei giovani del paese, sempre più presenti e disponibili a supportare il team storico”. Tra i commensali anche l'assessore Anna Grassi e il parroco di San Donato in Poggio Don Hervè Mamboueni Mboumba.
“Un pranzo eccellente che ha offerto l'opportunità di degustare i veri sapori della tradizione chiantigiana, - ha tenuto a dire l’assessore Grassi - mi ha colpito non solo l'atmosfera particolarmente avvolgente della cucina, con gli utensili, le pentole dell'epoca e le modalità di preparazione che ricalcano l'artigianalità del passato ma l’impegno dei più anziani e la partecipazione di tante ragazze e ragazzi, in occasioni come queste diventa tangibile e concreto il senso di appartenenza al territorio".
A fare una breve visita ai Bifolchi del 2024 anche Caterina Bellandi, alias Zia Caterina o Milano 25, la tassista più celebre della Toscana che con i suoi nobili obiettivi di solidarietà era stata protagonista qualche sera prima di un'iniziativa allestita con successo in piazza Matteotti a Tavarnelle Val di Pesa per raccogliere fondi a favore dei progetti della Zia, in collaborazione con il Centro Commerciale naturale di Tavarnelle Val di Pesa “Di Bottega in Bottega”.
Il pranzo dei Bifolchi è stato organizzato dalla Fabbriceria del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Pietracupa, l'ente che gestisce il santuario, presieduto dall’architetto Marco Iodice. Ma scopriamo quali sono stati i deliziosi piatti del menù che hanno sfilato sulle lunghe tavolate dei locali adiacenti al Santuario: antipasto tipico toscano, penne al ragù ricavato dal macinato battuto a coltello e di carne a pezzi, stracotto con contorno di piselli e fagioli bianchi, cantuccini e vinsanto.
Uno speciale ringraziamento è rivolto da sindaco David Baroncelli ai volontari giovani e adulti che da anni si occupano del pranzo, nel ruolo di cuochi e volontari: Gianni Biagini, Piero Rodani, Gianni Cini, Germano Semplici, Paolo Melani, Emiliano e Danilo Parti, Giancarlo Lazzeri, Fabrizio Martinelli, Francesco Matteuzzi, Giuseppe Lenzi, Lorenzo Stefanelli, Filippo Sarri.