E' appena iniziata la primavera e con essa il periodo di riproduzione dei lupi. Dopo gli innumerevoli avvistamenti di questi animali avvenuti in alcuni comuni dell’Empolese Valdelsa nei mesi scorsi e le segnalazioni da parte dei lettori, abbiamo intervistato l’esperto Duccio Berzi, tecnico faunistico e componente della Task Force Lupo, uno dei maggiori esperti in materia, per darci una visione a più ampio spettro per quanto riguarda l’intera regione Toscana, per capire meglio il fenomeno e per porre attenzione ad una questione dibattuta da anni e che merita di essere approfondita.
A seguito delle segnalazioni ricevute nei mesi scorsi e delle notizie pubblicate a proposito di avvistamenti di lupi vicino a zone urbane dell’Empolese Valdelsa, abbiamo ritenuto necessario avere il parere di un esperto in materia come lei, Duccio, che tra l’altro sta portando avanti continui incontri per sensibilizzare e formare i cittadini sulla materia in giro per tutta Italia.
Com’è secondo lei la situazione attuale nella nostra zona e a livello generale nella regione Toscana. L’aumento di avvistamenti e l’avvicinamento sono stati in aumento in corrispondenza del periodo del covid e dopo? O è un processo fisiologico nello sviluppo dei movimenti della specie?
“Sicuramente il periodo del covid è stato un acceleratore: un momento di pausa com’è stato, in corrispondenza della primavera, che rappresenta il periodo di riproduzione dei lupi, può aver aiutato l’insediamento degli animali in certi contesti, per cui tante segnalazioni ci sorpresero davvero in quel periodo. C’è da dire che eravamo più in casa e che quindi c’era più possibilità di osservarli.
Rientra comunque in un fenomeno che riguarda tutta la Toscana (quello dell’avvicinamento dei lupi dalle zone di campagna alle zone urbane) che stiamo monitorando e che va avanti da anni per cui le prime segnalazioni vicino alle grandi città come Firenze risalgono ormai come sette/otto anni fa, intorno al 2015”.
Durante gli anni nelle zone più boschive e di campagna è stato messa in atto la caccia selettiva al cinghiale, per evitare il sovrappopolamento e i danni che la specie può provocare. Una pratica di questo tipo può impattare sull’ecosistema, sui flussi dei movimenti dei lupi e sul loro comportamento?
“Il discorso del cinghiale è un tema molto complesso da affrontare perché da una parte abbiamo un fattore di disturbo, che può scoraggiare la presenza di questi animali che si possono allontanare. Però dall’altra parte è vero anche che alcuni animali sono attratti dalla battuta al cinghiale, perché durante le battute possono rimanere feriti in giro e quindi sono più facili da predare per i lupi.
Non è necessariamente qualcosa di sfavorevole per loro. Non è sufficiente per bloccare la loro fase di espansione. Per esempio in Appennino la battuta al cinghiale è molto praticata e i branchi di lupi sono in aumento”.
A seguito dei vari interventi proposti negli anni per difendere gli allevamenti dai possibili attacchi, come dissuasori, telecamere, recinzioni, cani da pastore e delle statistiche rilevate dalla messa in atto di questi com’è cambiata la situazione? Che impatto hanno avuto sull’habitat e sul resto della fauna? In particolar modo l’installazione delle recinzioni?
“Sicuramente questo tipo di soluzione porta ad una frammentazione dell’habitat. Quando si tratta di piccole recinzioni non portano grandi cambiamenti. Se invece si tratta di grandi recinzioni può diventare un problema per la piccola fauna, per la quale sarebbe opportuno assicurarne il passaggio”.
Come si media la gestione tra pastori e presenza dei lupi? C’è collaborazione ed ascolto? Si segue una formazione specifica?
“E' difficile per una serie di problemi oggettivi. Tutti noi la facciamo facile perché pensiamo che con una rete e un cane il problema si possa risolvere. In realtà gli interventi da attuare sono complessi e spesso in conflitto con l’organizzazione dell’allevamento, un vero e proprio cambio di stile di vita dell’allevatore. Non ci si può più permettere di gestire la situazione com’era prima. Per quelli più strutturati può essere un grosso impegno ma sostenibile, per le piccole realtà invece a livello amatoriale, che non hanno possibilità di accrescere personale, comporta la cessazione dell’attività. È un problema oggettivamente serio. A livello regionale la pastorizia è in rarefazione e in forte diminuzione”.
E noi come possiamo comportarci? Com’è stato il nostro atteggiamento nel corso degli anni? C’è ancora bisogno di essere informati, ma soprattutto informati?
“Assolutamente sì, perché adesso si parla proprio di interfaccia tra lupo e cittadino, popolazione residenziale. Non è più un conflitto tra pastore o con chi abita in montagna. Quindi i cittadini normali hanno un ruolo determinante e c’è da fare estrema attenzione a non favorire l’avvicinamento del lupo al contesto urbano. Come? A partire dalle fonte alimentari ad esempio, come le crocchette del cane o del gatto lasciati in giro, o i rifiuti organici, assicurandosi di aver chiuso bene i contenitori appositi e di porli negli orari di ritiro conferito; mantenere gli spazi liberi da macchie e arbusti, spaventare gli animali in caso di incontro, perché non devono avere l’associazione uomo = mangiare / non pericolo. Bisogna avere estrema maturità nell’agire in maniera corretta. Non tenere animali legati a catena.
Cercare quindi non solo di sfavorire l’avvicinamento, ma anche l’insediamento”.
Nei prossimi mesi farà degli incontri informativi sull’argomento?
“Certo. Tra i prossimi segnalo l’incontro che si terrà il 27 Aprile a Scandicci, con la collaborazione del Gruppo Regionale CAI Toscana, per un momento di formazione sul rapporto Uomini/Grandi Carnivori e viceversa, d’importante spessore con esperti a livello nazionale. L’iscrizione è obbligatoria al seguente link https://tinyurl.com/2mvthpvc e per maggiori informazioni potete andare su https://tinyurl.com/mr44w2c3.
Ricordo inoltre che la Regione Toscana è disponibile ad organizzare incontri informativi sull’argomento, per momenti di confronto e che ha messo a disposizione un numero whatsapp 3666817138 e una mail ufficiale [email protected] per segnalazioni e criticità”.
Foto da Tavola Rotonda Grandi Carnivori - Duccio Berzi / Il Lupo in Italia / 2 Febbraio 2024, Bellinzona, Ticino