E’ durato un’intera giornata il tavolo di confronto sullo stabilimento Amadori di Monteriggioni, convocato e coordinato dal consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani, Valerio Fabiani, presente anche la vicepresidente Stefania Saccardi (i contratti del personale attengono al comparto agricolo).
In presenza, in palazzo Strozzi Sacrati, c’erano l’azienda, le organizzazioni sindacali di settore, il Comune di Monteriggioni con il sindaco Andrea Frosini e la Provincia di Siena, con il presidente David Bussagli. Tutti hanno firmato un primo verbale; il confronto prosegue giovedì 27 Giugno sempre in palazzo Strozzi Sacrati.
I vertici del gruppo che ha sede a Cesena hanno confermato la volontà di cessare l’attività nello stabilimento di Monteriggioni riconoscendo però le richieste avanzate dalle istituzioni e dalle organizzazioni sindacali. Il confronto riparte riconoscendo le condizioni di particolare fragilità dei lavoratori avventizi (circa 180 su 200), che nei mesi scorsi hanno lavorato e riscosso un giorno e mezzo di paga alla settimana e che risultano del tutto privi di tutele. Per essi è stata pensata l’erogazione di una mensilità aggiuntiva equivalente a uno stipendio pieno dell’epoca precedente la crisi di domanda della carne di tacchino (all’origine della decisione di chiudere lo stabilimento in provincia di Siena), come forma di ristoro per la contrazione di stipendio subita. Sempre per gli avventizi si prevede per i prossimi 7 mesi il pagamento di 18 giornate lavorative, superiori a quelle lavorate nei mesi di crisi ma anche maggiori di quelle previste dal minimo di contratto. L'azienda si impegna poi a pagare il servizio di outplacement per ciascuno dei lavoratori a tempo determinato. Amadori si impegna quindi a favorire la reindustrializzazione del sito attraverso misure concrete che saranno oggetto della discussione del 27.
“Il confronto è ripartito grazie al lavoro condotto al tavolo e proseguirà a ritmi serrati, sempre qui in presidenza - spiega Fabiani - mi preme sottolineare le tutele riconosciute agli avventizi, personale che altrimenti ne è privo: ancora una volta la Regione è dalla parte dei lavoratori a tempo determinato e senza tutele. Adesso il lavoro prosegue sui dipendenti a tempo indeterminato e sulla reindustrializzazione del sito, che per quel territorio è fondamentale”.
In virtù della trattativa in corso e di questi primi elementi emersi i sindacati di categoria hanno deciso di sospendere la manifestazione e lo sciopero che erano stati indetti per oggi 20 Giugno.