Alla scoperta delle ''Pietre d'artista'' nascoste nel cuore di Siena

Alla scoperta delle ''Pietre d'artista'' nascoste nel cuore di Siena
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A Siena, sotto gli occhi distratti della quotidianità, si cela un percorso inaspettato che si articola attraverso l'arte contemporanea: alla scoperta di un lato insolito della città del Palio

Quando si pensa a Siena è inevitabile non far riferimento al suo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale. Alle sue tradizioni custodite gelosamente dai suoi più fedeli cittadini. Ai suoi scorci mozzafiato nascosti tra piccole viuzze e alle incredibili e imponenti costruzioni che troneggiano sulla città.

Un luogo che incanta con le sue bellezze senza tempo e che non smette mai di stupire. Infatti, sotto gli occhi distratti della quotidianità, si cela un percorso inaspettato che si articola attraverso l'arte contemporanea, dove non c'è posto per la frenesia della quotidianità ma solo per sguardi vigili.

Un percorso attraverso le pietre d'artista

Ve ne sono diverse e sparse per tutta la città. Si tratta di un progetto d'arte, Tempo Zulu, che ripensa alla relazione fra spazio pubblico urbano e spazio dell'arte. Un'iniziativa nata dalle menti degli artisti Francesco Carone, Gregorio Galli, Bernardo Giorgi e Christian Posani e messa a punto nel centro storico di Siena coinvolgendo artisti e intellettuali della scena internazionale. Un itinerario oltremodo singolare e visibile solo a condizione che a guardare sia un occhio curioso e lento.

Camminando in Piazza Matteotti, vigilando fra le pietre che compongono la pavimentazione stradale, una lastra recita “La qualità è precisione nella vita”. La lastra è attribuita a Mario Avallone.

Spostandosi verso il Vicolo delle Scotte, con una buona dose di concentrazione ed un occhio attento, emerge l'opera di Filippo Frosini, il quale attraverso il suo lavoro rintraccia le costellazioni all'interno del perimetro della città senese.

Nella Piazzetta della Contrada del Leocorno, due lastre riportano la seguente frase: “Le pietre nella lingua registrano gli intervalli del mondo" degli autori Lidia Curti e Iaian Chamber. L'interpretazione che ruota attorno a questa affermazione, a detta degli autori, è libera.

Non tanto distante dalla piazzetta del Leocorno, inoltrandosi verso la Basilica dei Servi emerge un'altra opera dell'autore Alfredo Pirri. Un occhio attento comprenderà che si tratta di un'opera scritta in alfabeto Morse e riporta la parola pax.

Spostandosi verso Via Stalloreggi, incastonata nella pavimentazione stradale, vi è l'opera di Fabrizio Prevedello, realizzata con una piccola lastra di marmo grigio proveniente da una cava delle Alpi Apuane.

Piazza del Duomo, invece, ospita l'incisione di Luca Prancazzi. Due vortici uguali e contrati, uno nell'angolo tra Palazzo Squarcialupi ed il Santa Maria della Scala e l'altro nei pressi della biglietteria del Museo dell'OPA. Quest'opera colloca Siena al centro di due emisferi. 

Raggiungendo Piazzetta Silvio Gigli, compare Arborescences, opera di Michele Dantini e Willy Merz. L’incisione riproduce uno spartito del musicista Merz e il nome attribuito all’opera è un omaggio all’Orto Botanico di Siena poco distante. L’intenzione alla base dell’incisione è che qualcuno un giorno, volgendo gli occhi verso il basso, si accorga della composizione e si metta a suonare. 

All’interno del percorso museale del Complesso del Santa Maria della Scala risiede un tesoro prezioso: è l’opera di Alberto Garutti, scomparso di recente. La sua incisione recita ‘’Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora’’. L'incisione nella pietra è un richiamo alla strada e al cammino, un chiaro collegamento alla Via Francigena. 

Nella zona della Croce del Travaglio, uno dei luoghi più frequentati della città senese, vi è l’opera di Eva Marisaldi. La frase incisa è la seguente: ‘’Come alone’’, che tradotto sta per “Vieni da solo”. Un invito a riflettere su se stessi, alla ricerca della propria vita interiore. In una delle aree più vissute dai passanti, l’opera invita, volendo, a cercarsi e a trovarsi. 

In piazza Guido Chigi Saracini, Erick Göngrich ha pensato a due lastre intese come lavagne: così si legge “Sometime monuments should be BOARDS with tulips”, ovvero "Talvolta i monumenti dovrebbero essere delle lavagne con tulipani“.  L’opera rappresenta una riproduzione del taccuino dell’artista e i caratteri riproducono una scritta a mano. 

Infine, spostandosi verso i giardini La Lizza, si scorge l’opera dell’artista Anri Sala e Edi Rama, sindaco di Tirana ai tempi della realizzazione del progetto. Sulle lastre è riportata la seguente frase: “Nuk e di si është për të tjerët, por raporti midis Kryetarit të Bashkise dhe zgjedhësve është si raporti midis artistit dhe spektatorit”  che tradotto significa: “Non so come sia per gli altri, ma il rapporto tra il sindaco e gli elettori è come il rapporto tra artista e spettatore”. Il luogo non è un caso in quanto la scritta è riposta proprio nel punto di ritrovo della comunità albanese che vive nella città di Siena. 

Un percorso, quello appena descritto, che ha dell'incredibile ed evidenzia un lato del tutto inaspettato della città del Palio. Un lato da affrontare muniti di curiosità ed una buona dose di pazienza per immergersi in qualcosa di nuovo e imprevedibile. Un vero e proprio invito a rallentare.

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