Un modo per ricordare l’amicizia che legava Mino Maccari a Romani Bilenchi nel segno della cultura, oltre alla riscoperta di un Mino Maccari meno noto: non solo artista e scrittore ma epigrammista, giornalista ed elzevirista da terza pagina. Sarà presentato sabato 22 Aprile alle ore 17 a Museo San Pietro di Colle di Val d’Elsa il volume ‘Mino Maccari, un senese spavaldo’, monografia a cura di Francesco Maria Pistoia (Effigi edizioni) con la prefazione di Roberto Barzanti. L’appuntamento, organizzato dall’Associazione Amici di Romano Bilenchi, Associazione culturale Mino Maccari con il Comune di Colle di Val d’Elsa e la collaborazione di Opera Laboratori, vuole essere un omaggio culturale della città all’opera di due grandi personaggi.
“Intendiamo presentare questo bel volume di questo giovane studioso che affronta la figura di Maccari non soltanto dal punto di vista artistico ma soprattutto letterario, analizzando il suo percorso con l’utilizzo di fonti letterarie fino ad arrivare agli aforismi, e a quelle forme di scrittura breve che accompagnavano le incisioni di Maccari stesso. Ci è sembrato un taglio particolarmente nuovo e quindi un modo per ricordare l’amicizia tra Bilenchi e Maccari”, sottolinea Claudia Corti, presidente dell’Associazione Amici di Romano Bilenchi.
Dopo i saluti dell’Amministrazione comunale, a dialogare con l’autore ci saranno due studiosi Federica Casprini e Gabriele Fichera, una storica dell’arte e un italianista in modo da creare una commistione e una tangenza di interessi e punti di vista che può essere interessante. Previsto l’intervento anche di Roberto Barzanti che a proposito della pubblicazione ha scritto: “Mancava una monografia che su Mino Maccari proponesse un’analisi comprensiva dell’intero operare del suo multiforme ingegno e accordasse ampio rilievo alla sua scrittura. Non solo, dunque, tesa a lumeggiare il pittore di un’umanità stravolta e grottesca sul ciglio di un’Apocalisse. Non solo il nervoso autore di fulminanti incisioni e dissacratori disegni, accompagnati di solito da calembours che ne prolungano la puntuta ferocia. Non solo l’epigrammista che in allusivi couplets sintetizza il suo estro irriverente degno degli amati classici. Del giornalista talmente poco si è scritto che quasi resta sconosciuto ai più. E che dire dell’elzevirista - il termine forse non gli sarebbe piaciuto - di terza pagina che ha lasciato penetranti pagine, e non, si badi, da prosa d’arte, ma asciutte e vergate in una lingua scandita dai ritmi stringati di una favolistica e ammiccante toscanità? Insomma, un tutto Maccari mancava”.
La presentazione si colloca come evento “fuori rassegna” dell’iniziativa “Da Colle”, il ciclo di incontri sui Colligiani illustri promosso dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le Associazioni del territorio, che lo scorso anno ha trattato Arnolfo Di Cambio, Cennino Cennini e Romano Bilenchi, e la cui seconda edizione si terrà il prossimo novembre. Ad aprire l’incontro alcune letture a cura di Associazione Teatro Al Verso.